Ischia: geologi, crolli non normali per una magnitudo 4

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​PREMIER, UNITI NEL DOLORE VITTIME E A FIANCO DEI SOCCORRITORI

Egidio Grasso, presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania spiega che ‘non e’ normale che un terremoto 4.0 determini crolli di edifici ed evacuazioni di ospedali e, purtroppo, la tragedia di due vittime, dispersi, tanti feriti’. Ma i sei sindaci dei comuni dell’isola non ci stanno e ‘deplorano – in una nota congiunta – le notizie false relative a presunti danni e crolli in tutta l’isola e alle inesistenti connessioni tra l’evento sismico e i fenomeni legati all’abusivismo edilizio’. Il commissario Ue per le crisi umanitarie Christos Stylianides ha dichiarato che ‘l’Ue e’ pronta ad aiutare’. Il premier Paolo Gentiloni si congratula per il salvataggio dei bambini e scrive che ‘l’Italia si unisce nel dolore per le vittime e nella solidarieta’. Siamo tutti a fianco delle forze impegnate nei soccorsi’. La cancelliera Merkel, che frequenta abitualmente Ischia, ha espresso ‘profonda vicinanza’.

“Non e’ normale che un terremoto 4.0 determini crolli di edifici ed evacuazioni di ospedali e, purtroppo, la tragedia di due vittime, dispersi, tanti feriti”. Lo spiega in una nota Egidio Grasso, presidente dell’Ordine dei geologi della Campania, dopo le scosse di ieri sera nell’isola di Ischia – le cause potrebbero essere ricercate nei fenomeni di amplificazione sismica locale o attribuite alle costruzioni fatiscenti, abusive e realizzate senza alcuna verifica sismica”. “L’onda sismica – continua – in presenza di situazioni geologiche o morfologiche particolari, puo’ subire notevoli amplificazioni. I geologi, attraverso gli studi di risposta sismica locale, riescono a valutare preventivamente questi effetti consentendo ai progettisti di effettuare le opportune verifiche sismiche necessarie. Giusto per far capire quale sia l’entita’ di questo terremoto – conclude – si chiarisce che l’energia liberata da un terremoto di magnitudo 6, paragonabile a quelli registrati di recente in Italia centrale, e’ circa 1000 volte piu’ forte di quella liberata dal terremoto registrato ad Ischia (magnitudo 4.0)”.

Ischia non e’ un caso isolato: sono 21 milioni gli italiani che risiedono in aree a rischio sismico. E’ l’allarme lanciato da Gilberto Pambianchi , docente dell’Universita’ di Camerino, Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani. “Non bisogna dimenticare – sottolineea – che in Campania ben tutti i 551 comuni sono a rischio sismico di cui 429 sono classificati a rischio sismico medio ed elevato e solo 62 comuni sono considerati a bassa sismicita’. Mi chiedo a questo punto quanti comuni in Italia hanno il Piano di Protezione Civile quanti hanno fatto gli studi di Microzonazione Sismica e quanti una mappatura della geomorfologia del suolo. In Italia ben 21 milioni di persone risiedono in aree potenzialmente a rischio sismico. Abbiamo conoscenza delle aree sismiche, sappiamo dove si puo’ verificare un terremoto, dobbiamo fare la prevenzione senza dimenticare la geomorfologia del territorio. In un Paese come l’Italia la geomorfologia e’ essenziale per fare prevenzione”.

Quanto al sisma di Ischia, “gli studi dei terremoti storici a partire da quello del 1228, fino a quello del 1883, ci indicano che la sismicita’ storica dell’area interessata e’ legata alla dinamica di un bacino magmatico che e’ in lento raffreddamento, la cui sommita’ si trova a 2000 metri di profondita’. Dunque si tratterebbe di una sismicita’ differente da quella dell’Appennino Centrale che invece e’ legata ad un’attivita’ di natura tettonica”, dichiara la professoressa Micla Pennetta, docente di Geologia Ambientale e Rischi Naturali presso l’Universita’ Federico II di Napoli e referente campana dell’Associazione Nazionale dei Geomorfologi Italiani. “Sempre gli studi ci dicono che la sismicita’ si svilupperebbe nel settore settentrionale dell’isola di Ischia – ha proseguito la Pennetta – dunque nei pressi di Casamicciola e la presenza di tufi non coesi, soffici ,la morfologia del territorio hanno prodotto un’amplificazione locale delle onde sismiche, rispetto alle altre aree dell’Isola che invece sono interessate dalla presenza di rocce laviche. Lo stesso evento sismico puo’ produrre infatti intensita’ molto diverse anche in aree molto vicine fra di loro e questo per effetto di amplificazioni localo di onde sismiche dovute alla natura ed alla morfologia del terreno, oltre che alla diversa risposta degli edifici. Purtroppo in Italia non abbiamo ancora sviluppato la cultura della prevenzione come invece hanno fatto in Giappone dove esiste addirittura un museo della faglia”.

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