Acquisti cessioni: seconda rivoluzione per il Bari, stavolta con criterio

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Bari – Mercato terminato per tutti. Anche per il Bari che, ormai, come da tradizione, ne esce con un’altra rivoluzione. Non che la rivoluzione dello scorso anno avesse lasciato strascichi di risorse umane da preservare come “zoccolo duro”, anzi, in molti hanno salutato il Bari, fatto sta che, ancora una volta, si è percorsa la stessa strada rivoluzionaria.

21 i giocatori arrivati a Bari da luglio alle ore 23 di oggi. Ma vediamo la scomposizione tra arrivi, conferme e partenze: Scalera e Di Noia di ritorno dai prestiti, quest’ultimo, ieri sera, ceduto al Cesena in prestito, Capradossi e Floro Flores come se non fossero mai andati via perché, per loro, c’è stato il rinnovo del prestito; a loro son seguiti Cassani, Tonucci, Morleo, Basha, Salzano, Greco, Martinho, Brienza e Galano, facenti parte dell’immediato passato (o zoccolo duro), insieme a Raicevic, ieri girato alla Pro Vercelli, Furlan F. da ieri al Brescia, Maniero anch’egli ceduto al Novara, Furlan J. ceduto al Trapani, Moras ceduto in Grecia, Romizi poi ceduto al Vicenza. Da segnalare l’abilità di Sogliano nel disfarsi di quei due-tre giocatori con un contratto pesante e che non avevano reso per quel che dovevano, risultando vera e propria zavorra.

La mezza rivoluzione, dunque, ha fatto si che a costoro si aggregassero in ritiro De Lucia, Masi (oggi girato, singolarmente, in prestito allo Spezia), D’Elia, Busellato, Tello, Improta, Montini e Nenè, tutti arrivati alla spicciolata a Bedollo e, dulcis in fundo, con gli arrivi agostani con Berardi, Marrone, Iocolano, Fiamozzi, Kozac, Petriccione, Gyomber, Cisse’ e, probabilmente, se verrà considerato valido il contratto, anche del difensore colombiano del Milan, Vergara.

Quindi, due ritorni da prestiti, due rinnovi di prestito, dieci facenti parte il cosiddetto zoccolo duro con altri sette, via via, ceduti qua e là, otto arrivati in ritiro a Bedollo e nove arrivati alla spicciolata a fine agosto.

Grosso sarà sicuramente soddisfatto per l’ottimo lavoro svolto da Sogliano anche se, va ricordato, che le rivoluzioni, storicamente, non hanno mai sortito risultati positivi. E’ ancora fresca la “rivoluzione” dello scorso anno di Sogliano quando, dovendo reclutare risorse, rimpinguò la rosa con giocatori, ormai, alla frutta, altri ai limiti della fisicità integra, insomma, un calderone di “nomi” che, di fatto, han fatto si che il Bari terminasse il suo torneo nell’anonimato, colpe di allenatori a parte.

Di sicuro, stavolta, la campagna acquisti è stata fatta con raziocinio, più mirata e soprattutto facendo leva sul riscatto di molti giocatori ai margini delle loro squadre di appartenenza, vuoi perché considerati inutili, vuoi perché provenienti da infortuni.

Sarà, stavolta, vera gloria? Ce la faranno i nove nuovi arrivati chi più, chi meno sul “gong” ad apprendere il credo tattico di Grosso, senza aspettar troppo tempo? E, ancora, i pochi (per fortuna) neo arrivati con l’etichetta di giocatori provenienti da seri infortuni, riusciranno a dire la loro senza incorrere a pericolose ricadute? Qua e là si legge una straordinaria ventata di ottimismo.

L’ambiente del tifo che, da sempre, ama le rivoluzioni, è convinto che stavolta non sarà come l’anno scorso, perché il lavoro di Sogliano sembra fatto con acume e con determinazione senza particolare fretta che, si ricorderà, fu una delle cause della debacle dello scorso anno.

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