Gli sposi

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La battaglia unitaria nell’isola consacra un legame fortissimo con quanti hanno conosciuto e amato il leader che diventerà governatore

Orgoglio per la candidatura di Nello Musumeci in Sicilia. Una vita di gioie e dolori vissuti comunitariamente. E chissà che non possa diventare bellissima anche la destra italiana

 

Pubblicazioni fatte, tra poche settimane il matrimonio. La Sicilia si unirà a Nello Musumeci e diventerà bellissima. Da lassu’, con amore, veglierà Giuseppe, andato via troppo presto in cielo.

Forse pecco d’orgoglio, ma sono molto contento, con i nostri caratteri così differenti, che il centrodestra – tutto il centrodestra – si ritrovi unito in Sicilia attorno ad un campione che, contrastato anni addietro da buona parte dell’establishment di Alleanza nazionale, ha ritrovato una sua dimensione nella difesa del territorio, della sua isola, dopo il percorso che lo ha portato, amato come pochi, ai vertici de La Destra.

Lo fondammo assieme il partito. Lui veniva dall’esperienza di Alleanza Siciliana, nata dal rifiuto dell’alleanza con Cuffaro, io uscivo – dopo di lui – da An. Ci ritrovammo a discutere nella piazza di Capo d’Orlando, assieme ai suoi inseparabili fedelissimi – loro, non altri – Gino Ioppolo e Ruggero Razza.

Da li’ parti’ la nostra avventura politica, liberi di essere quel che avevamo scelto. Un legame fortissimo.

Poi, la Costituente di Roma, novembre 2007, il suo memorabile discorso tra gli applausi di una platea in cui spiccava la presenza di Silvio Berlusconi (“ma dove l’avevate nascosto”, ricordo’ di aver detto di lui a Catania), e subito le redini del partito con la nomina a vicesegretario unico. Assieme al presidente Buontempo ne eravamo gli animatori.

Seguì l’ingresso al governo, dopo aver determinato la vittoria del centrodestra alle regionali del 2010. Fummo parte integrante della coalizione in tutta Italia dopo le scintille delle politiche e delle europee e il premier, Silvio appunto, volle La Destra in una posizione interna all’esecutivo. Sentimmo come obbligata la scelta dell’uomo di governo, proprio Musumeci, come sottosegretario al lavoro e alla previdenza sociale.

Nel 2012, cinque anni fa, quel pranzo ad Agrigento con Angelino Alfano, che da segretario del Pdl non considerava Nello un estremista, la candidatura a nome di una coalizione non ancora unita come oggi.

Anni fantastici, la felicità di collaborare con Giorgio Musumeci al Giornale d’Italia, il dolore di tutti per la scomparsa di Giuseppe, gioie e dolori vissuti  fianco a fianco, perché la lontananza non muta i sentimenti.

Ora, Nello è probabilmente destinato a governare la Sicilia. Sulla unitarietà della sua candidatura ha deciso Berlusconi; la pressione forte è stata di Giorgia Meloni, Salvini ha giocato di spalla. Bene, ma una lezione per tutti, a partire dalla stessa leader di Fratelli d’Italia: tutte le volte che ci siamo divisi a destra, è andata male. Lo sbarramento non superato alle europee; le disastrose elezioni di Roma.

Ora, la Meloni ha puntato su chi con noi ha diviso il pane. Sia di buon auspicio per un futuro di unita’ e non più di divisioni. Se sara’ così, pregheremo Dio di benedire la Sicilia due volte: una per averci regalato un campione di questa levatura; la seconda per averci finalmente donato il miracolo di una comunità che comincia a ritrovarsi. A pensarci bene puo’ diventare bellissima anche la destra italiana.

Francesco Storace

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