Le estasi delle sante che estasiano gli uomini

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Vedo riportata sul blog “Come Gesù”, l’immagine di Santa Teresa d’Avila scolpita da Gian Lorenzo Bernini, e le parole della santa in estasi: “ Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. Il dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata…”. Il frequentatore del blog che ha riportato immagine e parole, scrive tra l’altro: “Osservando quella bocca marmorea si prova un brivido inesauribile ed immagini di cui essere gelosi… E’ la bocca più sensuale mai fatta da mani d’uomo. E’ la bocca di una santa in estasi…è la bocca di una donna rapita. Di una donna in un amplesso d’amore che inarca la schiena, che tende allo spasimo ogni muscolo; una donna i cui sensi sul mondo sono nulli ma che  respira il corpo che è sopra di lei, che lo trattiene, che non vuole lasciarlo. E’ un deliquio del corpo, un sommo entusiasmo della mente. Una estasi!”.

Diversi i commenti di approvazione e ammirazione.

Santa Gemma Galgani: “Signore mio Gesù, quando le mie labbra si avvicineranno alle tue per baciarti, fammi sentire il tuo fiele…mi disse anche che per premio, perché avevo combattuto assai, baciassi le sue piaghe. Ma per quel poco che avevo passato io, non lo meritavo un premio sì grande. Mi si fece vedere Gesù tutto piaghe, mi fece avvicinare a sé, gliele baciai tutte; quando fui a quella del costato mi parve di non poter resistere. Come ero contenta!”. (Lettera a monsignor Volpi, settembre 1900).

Il Signore, apparso a Santa Caterina da Siena, “ponendo la mano destra sul collo virgineo di lei e accostandosela alla piaga del proprio costato, le sussurrò: «Bevi, o figliola, la bevanda del mio costato, con la quale l’anima tua si riempirà di una tale dolcezza, che ne risentirà mirabilmente anche il corpo che per me disprezzasti»” (Beato Raimondo da Capua, Santa Caterina da Siena, Ed. Cantagalli, p. 157). Santa Caterina accostò le labbra alla ferita stillante sangue, e succhiò a lungo la divina bevanda, sino a che il Signore non le fece cenno di staccarsi dall’amplesso.

Tanta ammirazione per le estasi di queste sante.  Ora, è pur vero che le nostre sante non cercavano quel piacere volontariamente, ma ugualmente non dovrebbe essere guardato con ammirazione ed esaltato, visto che la Chiesa elogia la castità, fa fare voto di castità alle monache, e condanna l’amore sessuale al di fuori del matrimonio. O forse le sante erano sposate con Cristo e quindi non era peccaminoso? E va bene, va bene… Gemma, in verità, non era suora. Magari ugualmente si sentiva sposa di Cristo. E se un uomo santo provasse, nel pensare alla Madonna, lo stesso intenso piacere provato da Santa Teresa d’Avila, ugualmente sarebbe tanto ammirata ed esaltata la sua estasi? Se anche lui inarcasse la schiena nell’amplesso d’amore, ugualmente susciterebbe tanto entusiasmo? Ovviamente non sto parlando dell’ammirazione per l’opera d’arte, ma per la meravigliosa esperienza d’amore delle sante che è meravigliosa, a mio parere, perché si tratta di donne, e a compiacersene sono soprattutto gli uomini. Ma sarebbe considerata altrettanto meravigliosa se fatta da un uomo?

Renato Pierri

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