Veleni in Vaticano. Il Revisore dei Conti accusa: ‘costretto a dimetteremi’

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ROMA – LA RISPOSTA: ‘INVESTIGAVA ILLEGALMENTE’“Parlo solo ora perché volevo vedere cosa sarebbe successo dopo le mie dimissioni del 19 giugno. In questi tre mesi dal Vaticano sono filtrate notizie offensive per la mia reputazione e la mia professionalità. Non potevo più permettere che un piccolo gruppo di potere esponesse la mia persona per i suoi loschi giochi. Mi spiace molto per il Papa. Con lui ho avuto un rapporto splendido, indescrivibile, ma nell’ultimo anno e mezzo mi hanno impedito di vederlo. Evidentemente non volevano che gli riferissi alcune cose che avevo visto. Volevo fare del bene alla Chiesa, riformarla come mi era stato chiesto. Non me l’hanno consentito?”. Lo ha detto Libero Milone, che nel 2015 era stato nominato revisore generale con il compito di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede. Lo scorso 19 giugno ha presentato le dimissioni al Pontefice che le ha accettate. Incontrando alcuni giornalisti, tra cui Massimo Franco del Corriere della Sera, Milone ha rivelato di essere stato cacciato in malo modo.

La Santa Sede prende atto con sorpresa e rammarico delle dichiarazioni rilasciate dal dottor Libero Milone, già Revisore Generale. “In questo modo egli è venuto meno all’accordo di tenere riservati i motivi delle sue dimissioni dall’Ufficio – si spiega in una nota – Si ricorda che, in base agli Statuti, il compito del Revisore Generale è quello di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate. Risulta purtroppo che l’Ufficio diretto dal Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede”. Insomma “questo, oltre a costituire un reato, ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel dottor Milone, il quale, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni. Si assicura, infine, che le indagini sono state condotte con ogni scrupolo e nel rispetto della persona”

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