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Il degrado, le assenze colpevoli, la mancanza di programmi

A cura di Massimo Corrado Di Florio

Si è indotti a pensare che ciò che non vediamo non ci appartiene, non del tutto, almeno. La distanza dal degrado aiuta a dormire; i nostri sonni sono tranquilli poiché il gatto mammone lo consideriamo semplicemente una favola innocua.

In realtà, è molto più vicino a noi di quanto noi stessi possiamo immaginare. Il trucco c’è ma non si vede. Chi ci ha abituato a tanto? Qualcuno direbbe, con espressione di stile, i poteri forti. Io, non lo so più. Penso, invece, che certo tipo di forza sia talmente possente da aver la forza di non mostrarsi affatto. Il trucco c’è ma non si svela. Con buona pace per tutti.

Le assenze dei nostri amministratori diventano colpevoli non soltanto quando i soliti noti risultano evidentemente responsabili di aver negligentemente ignorato i variegati problemi socio/economici poi sfociati in un assurdo (ormai) fisiologico degrado delle nostre periferie (e non solo); le assenze diventano maliziosamente colpevoli quando paiono rientrare nel fuoco di un non meglio precisato disegno ordito da chi ha un preciso interesse a mantenere un disordine costituito. Pensate che mi riferisca alle recenti intemperanze di qualche pugile dilettante esperto in <<capocciate>>? Ma niente affatto! Penso alla ben nota notte dei cristalli.

Tra il 9 e il 10 novembre del 1938 i nazisti, in Germania, condussero un’operazione di rastrellamenti e devastazioni. Joseph Goebbels era, all’epoca, il capo della propaganda nazista. Il <<pogrom di novembre>>. La legittimazione dell’operazione? Assenze colpevoli. La popolazione, alla fine della fiera, si beve tutto. È sufficiente indicare un colpevole. Così, dietro un dito accusatore, come sempre, si nasconde l’impunità e la violenza è semplicemente una modalità           -rapida ma non indolore- di risolvere qualunque problema. Così si pensa.

I programmi mancanti legittimano davvero qualunque cosa. La delusione e la povertà, l’assenza dello Stato, l’arrancare continuo, il degrado culturale e sociale, diventano in tal modo una vera e propria macedonia esplosiva destinata ad alimentare soluzioni “forti”. In lontananza, ancora una volta, parrebbe intravedersi l’eroe sul cavallo bianco che poi tanto bianco non è.

Massimo Corrado Di Florio

Ufficio Stampa Ora Legale

Avv. Maria Federica Dimantova

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