È risaputo che alcune persone abbiano una certa predilezione per le emozioni forti; M. Zuckerman descriveva i sensations seekers (cacciatori di sensazioni) come persone caratterizzate dalla ricerca attiva di sensazioni ed emozioni nuove e sempre più potenti. Questi individui sono dominati dal bisogno di provare forti emozioni, perseguono attivamente esperienze eccitanti e sempre nuove e diverse, non sopportano la monotonia o anche solo l’ordinarietà; per raggiungere questi scopi sono disposti ad assumere anche forti rischi sociali e fisici che affrontano con impulsività e scarso senso di responsabilità.

Inizialmente si pensava che i cacciatori di sensazioni fossero caratterizzati da un particolare temperamento che era generato da fattori genetici, ma al giorno d’oggi non si può non chiamare in causa anche fattori di ordine biologico, ambientale e soprattutto culturale. I mezzi di comunicazione e la pubblicità sono sempre più incalzanti nel tentativo di catturare l’attenzione di spettatori e consumatori e la soglia di ciò che appare eccitante si è alzata notevolmente negli ultimi anni: ciò che fino a poco tempo fa era in grado di esaltare, oggi appare noiosissimo. In contemporanea la ricerca di emozioni forti sembra esser diventata un must sociale, un imperativo al quale tutti devono adeguarsi a prescindere dall’età e da temperamento, che ha portato con sé la costruzione di un nuovo gergo giovanile, ma non solo caratterizzato da espressioni come ad esempio scarica di adrenalina; questo termine si applica ormai alle attività più svariate, da quelle artistiche a quelle sportive, da quelle amorose a quelle lavorative, dove tutto quello che non fa provare un brivido di eccitazione che scorre lungo la schiena non sembra degno di esser vissuto.

Ed ecco dove trovano una sistemazione le proteste dei cittadini ucraini: per molti i raduni sono l’unica opportunità per provare eccitazione e restituire un certo interesse alla vita.

In Occidente, un seppur basso reddito, permette ai cittadini di organizzare le loro attività di tempo libero: società sportive, paracadutismo, immersioni subacquee, auto da corsa, calcio, basket, hockey, boxe, biliardo, casinò e alla fine arrivare perfino a scontri senza regole. Ci sono un numero enorme di luoghi e modi civili per stimolare l’adrenalina, uscire, saltare, sentirsi vivi.

Invece, le azioni di protesta sono luoghi in cui si richiede una certa consapevolezza, non è facile che provochino una scarica di adrenalina, forse non ce n’è bisogno; ma se diamo uno sguardo alle costanti manifestazioni e proteste ucraine, notiamo che è vero il contrario: la popolazione non ha sufficienti fondi per prendersi cura in modo civile del proprio benessere emotivo.
La piramide di Maslow, o la scala dei bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell’individuo) ai più complessi (di carattere sociale). L’individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo.

In Ucraina però, l’individuo non ha la fortuna di poter arrivare a “pensare”, non perché non vuole, ma perché non dispone delle risorse necessarie per poterlo fare. Come può sperare di poter arrivare al 5° stadio piramidale, che prevede la soddisfazione del bisogno di autorealizzazione?

Dove riesce a “fondere” la rabbia accumulata una persona che guadagna “ 3400 grivna al mese” (poco meno di 100 euro), che è pari ad un terzo di quello che deve pagare al comune? Un biglietto per una partita di calcio è caro, una moto – è ancora più costosa, recarsi in un centro sportivo, non se ne parla, una partita a tennis è salata, una misera bici non è abbordabile. Tutto è oneroso. L’unica cosa che purtroppo l’ucraino trova disponibile è l’alcol, i giochi d’azzardo e le manifestazioni. Quindi le proteste politiche sono diventate un intrattenimento popolare gratuito.

Pur di partecipare alle proteste, le persone svantaggiate che provengono da tutta l’Ucraina, “giocano” con piacere nei campeggi, dove c’è aria di festa, cucine da campo, panini, fumo di carne bruciacchiata e ridono. Esse ricevono la loro porzione di emozioni e adrenalina mentre girovagano tra i bidoni in fiamme, marciano in colonne, sventolano le bandiere e gli striscioni di alcuni partiti e scandiscono slogan di cui talvolta non ne sanno nemmeno il significato. Ora l’individuo non si sente più un mendicante o un disoccupato, ma un attivista, un cittadino politicamente consapevole! Ma questa certamente è una scommessa perdente. Le forze politiche usano la dipendenza adrenalinica per i propri interessi, non danno nulla in cambio, tranne che emozioni.

Oggi per la gente l’intrattenimento gratuito è Saakashvili. Intorno a lui si radunano persone guidate dalla povertà e dalle cattive leggi, ma lui stesso viene trascinato in un angolo, in un vicolo cieco. Saakashvili non è un politico o un cittadino dell’Ucraina, non può pretendere nulla. Vuole sentirsi vivo così come coloro che lo circondano, e nel suo insensato girovagare trasporta un sacco di gente.

Qual è la dipendenza da adrenalina? In realtà, questa è la necessità di uno stimolante. Una persona in circostanze normali non è in grado di provare una piacevole eccitazione, il desiderio di ottenere qualcosa, di agire, ma per partire ha bisogno di un “scossone”. Nel tempo, il cerchio degli interessi di una persona dipendente dall’adrenalina si restringe, rimane solo ciò che porta la sensazione di estremo. I bisogni di base sono trascurati. Il surrogato del gioco d’azzardo sta gradualmente sostituendo la vita reale.

I morti escono nelle strade per sentirsi vivi. E i vivi, o cercano di sopravvivere concentrandosi sui loro compiti personali e vivono in parallelo con il loro stato di vita, o lasciano questo paese morto e ne cercano uno dove poter condurre una vita significativa e guadagnare.