Un visto per chi investe in Italia

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UN VISTO PER CHI INVESTE IN ITALIA

Ai lavori sono intervenuti il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, il direttore generale per le Politiche industriali del Mise Stefano Firpo, il direttore generale per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie del Maeci, Luigi Vignali, e Alessandro Franze‘, Servizio Polizia delle frontiere e degli stranieri per il ministero dell’Interno.
“Il visto per investitori rappresenta un nuovo tassello della strategia per il rinnovamento competitivo del nostro Paese”, ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. “Un impegno finalizzato a rendere il nostro Paese un luogo più attrattivo per capitali, idee e talenti internazionali. L’Italia è e vuole presentarsi come un Paese aperto agli investimenti esteri e, da oggi, si dota di un nuovo strumento utile a questo scopo”.
Rispetto alla modalità ordinaria per la richiesta e l’ottenimento di visti d’ingresso per l’Italia, la piattaforma offre numerose semplificazioni. La procedura è innanzitutto dematerializzata, in quanto ha luogo interamente online; è accelerata, dato che l’eventuale nulla osta al visto è concesso entro 30 giorni dalla presentazione della candidatura; è centralizzata, rappresentando il Comitato Investor Visa for Italy l’interlocutore unico per il candidato al visto; è infine bilingue, perché può avere luogo indifferentemente in italiano o in inglese.
Nello specifico, il programma Investor Visa for Italy si rivolge ai cittadini di Paesi non membri dell’Unione Europea o dello spazio Schengen che si impegnano a effettuare un investimento stabile pari ad almeno 2 milioni di euro in titoli di Stato, 1 milione di euro in quote o azioni di società di capitali costituite e operanti in Italia (500mila euro nel caso si tratti di startup innovative), oppure una donazione di almeno 1 milione di euro a sostegno di un progetto filantropico in settori quali cultura, istruzione, gestione dell’immigrazione, ricerca scientifica, recupero di beni culturali e paesaggistici. Il visto per investitori, introdotto con la Legge di Bilancio 2017 e di durata biennale, rappresenta una novità nel panorama dei visti d’ingresso per l’Italia, affiancando nel Testo Unico per l’Immigrazione tipologie tradizionali quali ad esempio il visto per affari o quello per lavoratori autonomi.

Alla valutazione delle candidature al visto è preposto un Comitato inter-istituzionale, che il decreto interministeriale 21 luglio 2017 prevede composto da rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico, degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’Interno; dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (Banca d’Italia); della Guardia di Finanza (Nucleo Speciale di Polizia Valutaria); dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia ICE. Nel caso le candidature riguardino un progetto di donazione, a seconda della materia sono coinvolti anche il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. La pluralità di competenze messe sul tavolo assicura una valutazione accurata sulla natura delle risorse finanziarie addotte e sulla valenza strategica dell’investimento.

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