A Roma in un deposito collezione di 33 mila pezzi per un museo mai nato.
In un deposito del Complesso Monumentale della Centrale Montemartini, in via Ostiense a Roma, dal 2011 c’è un piccolo tesoro: è la Collezione di Giocattoli Antichi di Roma Capitale che conta 33 mila pezzi.
Il Comune di Roma nel 2005 acquistò da un collezionista italiano una prestigiosa collezione di giocattoli antichi, il cui nucleo proveniva da Leksakmuseum, ovvero il Museo del Giocattolo di Stoccolma diretto dal collezionista ed antiquario Peter Pluntky che, a sua volta, aveva acquisito gran parte della raccolta nel 1975 in vista della costituzione del Museo aperto nel 1979 e poi chiuso nel 1991.
Secondo i progetti del Comune di Roma l’intera raccolta doveva diventare il futuro “Museo del Giuoco e del Giocattolo” da allestire nelle storiche scuderie reali di Villa Ada Savoia che per l’occasione sarebbe state completamente ristrutturate. Ma il Museo non è mai stato realizzato ed i giocattoli dal 2011 si trovano nel deposito.
Nel 2006 la collezione si è arricchita di 500 pezzi, grazie alla donazione della signora Gifuni di Renzo, che comprendono trenini e un plastico ferroviario con tanto di accessori. Poi nel 2007 si è aggiunto un plastico ferroviario donato da Virginia Rossini e realizzato dal padre Massimo raffigurante una stazione di fantasia di una piccola cittadina dell’Italia centrale.
La maggior parte degli oggetti della collezione risale agli anni compresi tra il 1860 ed il 1930 ma vi sono pezzi più antichi risalenti al XIII-XV secolo, come due bambole di stoffa di cultura preincaica, ad esemplari più moderni come bambole di plastica. Più della metà dei giocattoli sono di fabbricazione tedesca, un quarto di produzione svedese e il resto si divide tra giochi di manifattura francese, italiana, inglese e americana. Il nucleo più consistente viene dal mercato antiquario o direttamente da privati con tanto di nome del bimbo che vi ha giocato. Sono tutti in buone condizioni e con meccanismi in gran parte funzionanti.
La collezione va dall’etnografia, la vita quotidiana, la tecnologia, la storia militare e i trasporti, ma anche il mondo dell’infanzia come carrozzine, passeggini, vestiti, mobili e fumetti. Anche le dimensioni variano: dai più grandi, due metri per 80, come i giochi da luna park e le case di bambola con i loro minuscoli accessori. Una discreta quantità degli oggetti è di produzione amatoriale, costruiti per i piccoli di casa con materiale di risulta, come ad esempio una cappelliera dove all’interno un papà ha costruito una casa della bambola.
Nel deposito sono custoditi, tra gli altri, 43 case di bambola, 100 giochi da tavolo, 92 giochi da costruzione, 300 automi, giochi da luna park, animali, teatrini, soldatini, fotografie ed una biblioteca di 3000 volumi, tra i quali c’e’ anche un libro razzista scritto da una giovane tedesca durante il nazismo in cui si esalta la razza ariana.
Isabella Battista
.Grazie,Ringrazierò sempre chi mi insegna cose nuove…Anche se vedo due mondi…Quello della fantasia e dell,amore dei genitori dei nonni di quelli che davvero ti hanno voluto bene…E dall,altra incuria,stoltezza…”Mancano le risorse…ripetono” ma per le multinazionali delle guerre…dei vaccini e i loro privilegi non mancano mai.
dal 1999 esiste a Roma il museo storico didattico di giochi , giocattoli e memorabilia del 900 realizzato da un privato con mezzi propri acquistando il locale e attrezzandolo, si trova in via Coronelli 26 a, non è un museo espositivo ma didattico perché è sistemato narrativamente, il paesaggio ferroviario ivi allestito in 28mq è realizzato in scala zero, cm 3,2 di scartamento rotaie ed è funzionante, naturalmente tutto questo è boicottato dalle istituzioni semplicemente ignorandolo in quanto il proprietario è lontano da atteggiamenti leccosi, al sito http://www.lamemoriagiocosa.it c’è il resto per chi vuole saperlo, ciao