Sfogliando il Giornale online mi appare il faccione del divulgatore dalla chioma selvaggia, Alberto Angela, il titolo sopra la foto dice:
E Alberto Angela rivela:”Il mio contratto la Rai non voleva rinnovarlo..”
Beh ma cosa sono, scemi? Non volevano rinnovare il contratto a uno degli Angela? Clicco sull’articolo incuriosito, il titolo magicamente cambia:
Alberto Angela rivela: “La Rai non mi rinnovava il contratto…”
Il tono è ritoccato, sempre forte ma meno d’impatto, a me fa strano che la Rai non rinnovi il contratto a uno dei suoi cavalli di razza. Ma come sempre la cosa migliore prima di esprimere un giudizio è leggere l’articolo.
…come rivela lo stesso Alberto Angela in una intervista a Libero, la Rai ha rischiato di perdere una delle sue punte di diamante. “Io non ho mai fatto le valigie – spiega – Semplicemente il mio contratto era scaduto, ormai da un anno e mezzo, le risposte non arrivavano e intanto erano arrivate altre proposte. Non so perché abbiano tardato tanto, forse i cambi al vertice, la legge sui tetti agli stipendi“. Poi per fortuna le cose sono andate a posto. Che lo stipendio abbia fatto traballare viale Mazzini? Eppure se così tanti italiani seguono i programmi di Angela, forse viene ripagato dagli introiti pubblicitari…: “Non sono entrato all’ epoca in queste polemiche e non vi entro adesso – chiude il discorso Angela …
Allora la fonte è Libero, che pubblica un’intervista ad Alberto ricca di speranze culturali per il futuro (ovviamente non posso sapere se le parole usate da Angela siano esattamente quelle riportate, ma l’intervista è credibile).
Alberto Angela alla domanda della giornalista di Libero:
E pensare che a settembre lei veniva dato in partenza dalla Rai…
risponde:
«Io non ho mai fatto le valigie. Semplicemente il mio contratto era scaduto, ormai da un anno e mezzo, le risposte non arrivavano e intanto erano arrivate altre proposte. Non so perché abbiano tardato tanto, forse i cambi al vertice, la legge sui tetti agli stipendi».
In quelle due righe non c’è scritto “Il mio contratto la RAI non voleva rinnovarlo” o “La RAI non mi rinnovava il contratto”. Il virgolettato significa una cosa precisa nel giornalismo, se in un articolo di cronaca riporto qualcosa tra virgolette è come l’ha detto il soggetto che sto citando. Parola per parola. Sia chiaro, i titolisti de il Giornale si sono ispirati comunque a Libero, perché anche da loro nel titolo appare:
Dalla Treccani:
Chiudere una o più parole, un passo, un nome, tra virgolette, nella scrittura e nella stampa: v. una citazione, un brano, il titolo di un’opera o di una rivista; il discorso diretto è di norma virgolettato. In usi estens. e fig., riportare testualmente, come è scritto o è stato detto: v. le risposte dell’intervistato; dare un rilievo e un’evidenza particolare, anche nel parlare: l’oratore ha virgolettato alcune sue affermazioni più impegnative.
Non rispettare quella regola è non rispettare il lettore, non abituarlo al corretto giornalismo, renderlo facile preda di clickbaiting di vario tipo. Ma oggi a tanti piace fare così. Non è la prima e non sarà l’ultima volta che vedremo quest’uso errato del virgolettato, ma spero che evidenziandolo anche a voi la prossima volta ci starete più attenti, e smetterete di leggere o comperare la testata che ne faccia abuso.
La situazione contratto Rai di Alberto Angela comunque era già chiara nel breve sunto riportato dal Giornale. In Rai c’è stato un cambiamento di direzione, nel frattempo è anche cambiata la norma sui tetti degli stipendi, due ipotesi che possono aver rallentato la macchina burocratica, anche per un anno e mezzo (se avete presente gli elefantiaci tempi della nostra burocrazia). Ma Angela dice chiaramente di non avere mai fatto le valigie, spiega la situazione e finita lì.
Lo so, sono un puntiglioso rompiscatole.
Ma vorrei tanto seguire l’esempio del sommo:
maicolengel at butac punto it