“Sono disperata, il mio locale va all’asta: fatemi pagare”

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Sono disperata, il mio locale va all'asta: fatemi pagare

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Non chiede soldi, ma di poter pagare. Sonia vive a Torvaianica vicino a Ostia ed è disperata. “Non voglio dover ricorrere a quelle persone che mi hanno avvicinato, offrendomi il loro aiuto” racconta all’Adnkronos tramite Gabriella Sensi di Sos Impresa, associazione contro l’usura. Sonia ha scelto la legalità, ma ora si trova di fronte alla prova forse più difficile della sua vita. Il suo locale, una tabaccheria, andrà all’asta il 25 gennaio, dopo una prima del 5 ottobre dell’anno scorso, andata deserta. “La mia è un’attività familiare – spiega -, ci viviamo in sei e finora, grazie a risultati economici insperati, sono riuscita a saldare le rate del mio debito, mille euro al mese per due anni, pagando sempre anche un giorno prima della scadenza”. Ora le manca la maxi-rata finale: 110mila euro. Soldi che non ha, ma chiede di poter saldare con l’incasso della tabaccheria non in un’unica soluzione. “Abbiamo chiesto l’applicazione della legge 3/2012, la cosiddetta ‘salva-suicidi’ per creare un piano per la ristrutturazione del debito e fermare la vendita del locale, che da’ da vivere a tutta la sua famiglia” dice all’Adnkronos Gabriella Sensi di Sos Impresa. Al fascicolo “mancano dei documenti che ho già richiesto, ma ancora non sono arrivati”, replica all’Adnkronos l’avvocato Ortensia Ebner, aggiungendo comunque che “c’è poco da sperare perché è tardi” e “il più delle volte al tribunale di Velletri queste procedure non vanno avanti a differenza di altri in tutta Italia tra cui anche quello della vicina Latina”.

 

La storia di Sonia comincia undici anni fa. E’ stato allora che ha acceso un mutuo di 96mila euro per l’acquisto di un locale commerciale, ma per due anni non è riuscita a farvi fronte perché aveva perso il lavoro. E’ iniziata, allora, la procedura esecutiva immobiliare, ma “a salvarmi dal baratro”, dice, è stato “l’intervento di Sos Impresa” e “il grande aiuto dei Monopoli per l’acquisto di una licenza, quella per la tabaccheria, pagata con le entrate dell’attività”. “Grazie a risultati economici insperati e la ritrovata tranquillità familiare”, racconta, “ho potuto fare un accordo, dando subito 10mila euro e mille euro al mese per due anni, ma non ho i soldi per la maxi-rata finale. Potrei pagarla solo dilazionata“. Impossibile anche solo immaginare di poter accedere a un finanziamento, visto che Sonia è stata segnalata undici anni fa come cattiva pagatrice all’inizio di questa lunga, estenuante vicenda. “Sono sincera alle aste, il bollettino è pubblico, ho anche incontrato chi ‘mi ha offerto di salvare l’immobile’, ma ho sempre detto di no perché ho deciso di vivere nella legalità e nel rispetto di me stessa”, conclude Sonia che stenta, ormai, a vedere una via d’uscita.

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