La realtà italiana, quella che conta, mostra una situazione ancora tutta da focalizzare e anche dopo le recenti elezioni. La politica italiana non aiuta. L’Esecutivo resta una realtà particolare. Non ci sono segnali che possano, concretamente, farci sperare in tempi migliori. Non è detto che, dopo, ci saranno. Le questioni nazionali, oggi complicate da un quadro internazionale complesso, ci sono sempre tutte. Se ne discuterà, ma nessuno potrebbe essere in grado di frenarne gli effetti negativi.
A nostro avviso, manca sempre un programma per garantire una ripresa che non sia solo temporanea o settoriale. Scrivere che, comunque, anche il poco è meglio del niente stona. Chi potrebbe modificare l’orientamento ancora ci sfugge. Lo abbiamo cercato tra i tanti politici nazionali, con diligente attenzione, ma non lo abbiamo trovato.
La politica nazionale è un impegno che coinvolge tutti e non esclude nessuno. Ancora una volta, dobbiamo far conto sulle percentuali di voto che, per loro natura, non indicano la cura, né le cause intrinseche della recessione. Da noi, purtroppo, ci sono ancora tanti “tasselli” da sistemare e soddisfare le esigenze di una nazione non è facile. La maggioranza dovrà sostenere le grandi riforme. Indispensabili per, poi, far “marciare” le piccole. Sotto questo profilo, ogni altro tentativo sarebbe vano o, comunque, non in grado di ridare fiducia a un’economia che non è riuscita a decollare. Di lavoro per tutti, in Italia, non ce n’è mai stato. Ora scarseggia anche quello che ritenevamo “sicuro”.
I provvedimenti agevolativi sull’occupazione saranno varati? Intanto, le necessità continuano a essere immediate. In alcuni casi, indispensabili. Una volta tanto, sarebbe opportuno essere più logici. Le apparenze non smuovono l’opinione pubblica e le necessità, piccole o grandi, non possono essere accantonate. Indipendentemente dai recenti risultati elettorali, c’è da puntare su un 2018 che dovrebbe essere l’anno delle riforme a tutto campo. Dalle colonne di questo quotidiano, pur consapevoli dei nostri limiti, proveremo a commentare i fatti d’Italia. Quando, e se, ci saranno.
Giorgio Brignola