Salvini, Berlusconi e Meloni, nemici più che mai

Politica

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Mattarella vuole impedire nuove elezioni che sarebbero un disastro anche per il Cav. Il comune interesse di Salvini, Berlusconi e Meloni starebbe in un governo del centrodestra con appoggi esterni. Uniti hanno vinto, uniti provino a governare. Finché Mattarella non li separi
di Alessandro Giuli

niti dovrebbero governare. È bene che s’incontrino e che ragionino insieme sul da farsi, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni (ordinati secondo le percentuali di voto), anche se al momento c’è più chiarezza intorno a quel che bisogna evitare: dividersi. Litigare va anche bene. Perfino sparlarsi addosso sui giornali, via spifferi, refoli e altri mezzucci tradizionali, ci sta tutto. La politica contempla pure questo, la competizione interna può diventare un incentivo ad allargare sguardi e relazioni. La Meloni, al riguardo, era stata esplicita e promettente un secondo prima della chiusura delle urne: in vista del 4 marzo, è logico esasperare toni e contenuti per parlare ai rispettivi popoli e, se possibile, giocarsela anche a scapito degli alleati; un minuto dopo lo spoglio, vedrete – prometteva lei – gli elementi unificanti prevarranno sulle divisioni.

Su Giorgia si dovrebbe fare un discorso a parte. Lei davvero ha sacrificato parecchie ambizioni personali in nome dello spirito coalizionista che ha insufflato nell’anima dei suoi Fratelli d’Italia. A forza di tenere d’occhio Salvini e le sue estreme esuberanze, a forza di persuadere Berlusconi a non esagerare con la moderazione, lei ha finito per impoverire la specificità del proprio messaggio elettorale. Il che le è costato qualche decimale significativo al momento del bilancio, e molta gloria negli annali dei leader che guardano al vantaggio di medio-lungo periodo invece che all’incasso immediato e occasionale. Ma questa meccanica la sta costringendo adesso nel medesimo ruolo mediano, per lo più silenzioso e assai ingrato.

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