Quanti omicidi ci sono in Italia?

Attualità & Cronaca

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di Priscilla Muro

Secondo il IX rapporto sulla sicurezza sociale in Europa  la criminalità è ad oggi la prima fonte dell’insicurezza degli italiani. Ma il tasso di violenza nel nostro Paese è veramente così alto da giustificare un tale livello di preoccupazione? I dati ci dicono di no. Dall’ultimo rapporto Istat si evince ad esempio che il numero di omicidi in Italia è diminuito. In particolare, dal 1985 al 2014 si è ridotto il numero di omicidi volontari e tentati omicidi. Inoltre, in termini assoluti, il tasso di omicidi in Italia (pari allo 0,8 per centomila abitanti) è tra i più bassi a livello europeo.

Se entriamo nel dettaglio, vediamo che nel 1992 sono stati commessi precisamente 1442 omicidi, mentre nel 2016 ce ne sono stati 397.
In particolare, l’Istat segnala che “nel 2014, gli omicidi in Italia hanno raggiunto un minimo storico, scendendo al di sotto delle 500 unità”. Nell’ultimo ventennio sono diminuiti in particolare gli omicidi di mafia e quelli legati alla criminalità comune.

Certo, criminalità non significa solo omicidi. Sono però questi ultimi a fornirci le statistiche più attendibili perché un caso di omicidio viene gestito dalle Forze dell’Ordine con o senza denuncia, diversamente dai casi di furto. Quindi nessuno può avanzare l’ipotesi del “in realtà sono diminuite le denunce”. Possiamo avere un’idea precisa anche riguardo al numero di femminicidi, e alla relativa presunta emergenza: tra le vittime di omicidio, il 30,1% risulta di sesso femminile (dato 2015). Nella metà dei casi si tratta di donne uccise per mano di un compagno o un ex compagno.

Altro dato interessante? Nel 2014 in Italia ci sono stati meno omicidi rispetto ad alcuni stati del Nord Europa, spesso dipinto come un “paradiso felice” e citato come modello da seguire per le altre nazioni . È il caso ad esempio della Finlandia ma anche, in misura minore, della Danimarca e della Svezia.

Anzi, si legge nel rapporto Istat, “L’Italia, tra i Paesi Europei, presenta il valore più basso del tasso di omicidio, dopo Austria, Spagna, Lussemburgo, Paesi Bassi e Polonia, che presentano valori compresi tra 0,47 e 0,74 omicidi per 100 mila abitanti”.

Dunque, è possibile che vi sia uno scollamento tra i dati reali e le percezioni degli italiani? Sicuramente sì. Si tratta della cosiddetta “emotional​ innumeracy” ossia la tendenza a esagerare i dati di un fenomeno legato ad una minaccia.

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