“Antichità d’Africa”: dagli Uffizi al Bardo

Arte, Cultura & Società

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TUNISI – A tre anni dall’attentato terroristico del 18 marzo 2015, il Museo del Bardo ospita una mostra, visitabile fino alla fine di settembre, sulle antichità romane provenienti dalla Tunisia e presenti da oltre tre secoli nelle collezioni degli Uffizi e nei depositi dell’Archeologico a Firenze: ventiquattro pezzi – epigrafi e stele votive e funerarie, per lo più – che nei duecento anni in cui hanno fatto bella mostra di sé nella sala d’ingresso della galleria fiorentina hanno attratto studiosi da tutta Italia, dall’Inghilterra e dalla Francia. Ed era inevitabile, visto che a quel tempo erano le uniche testimonianze, in tutta Europa, dell’Africa romana.

La mostra intitolata “Antichità d’Africa agli Uffizi. Giovanni Pagni, Medico e Archeologo pisano nella Tunisia del XVII secolo” restituisce visibilità a un nucleo di antichità provenienti dalla Tunisia raccolte nel 1677 dal medico Giovanni Pagni e, da oltre un secolo, diviso fra i depositi del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e delle Gallerie degli Uffizi.

Giovanni Pagni, professore dell’Università di Pisa, infatti, fu per un anno al servizio del Bey Murad II che, riconoscente per la guarigione ottenuta grazie all’intervento del giovane medico, lo colmò di doni. Fra questi spiccava una raccolta di oltre venti opere fra epigrafi, stele funerarie e stele votive di età imperiale che, sin da subito, entrarono nelle collezioni delle Gallerie degli Uffizi. I rilievi e le iscrizioni, fra le prime testimonianze dell’Africa romana che era possibile ammirare in Europa, furono infatti sistemate all’ingresso del Museo e, per due secoli, furono al centro dell’interesse degli studiosi italiani, francesi e inglesi.

L’occasione offerta da questa mostra, interamente finanziata dalla Regione Toscana e realizzata in collaborazione con il Mibact, l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi e il Museo del Bardo, consente di ripercorrere le vicende di questo eccezionale momento nel processo di riscoperta dell’Africa romana e della fortuna di un mito dell’Antico, come quello di Cartagine, vissuto con passione antiquaria nella Toscana del XVII secolo.
Domenica 18 marzo è prevista l’inaugurazione della mostra con un doppio appuntamento: il taglio del nastro, ma anche il ricordo delle vittime, ventidue morti, tra cui quattro italiani, ed un momento musicale “toscano”, con la Scuola di musica di Fiesole, apprezzata fondazione senza fine di lucro, partecipata da pubblico e privati ed erede della libera associazione di Piero Farulli, che nel corso degli ultimi decenni ha formato centinaia di giovani musicisti.

In occasione dell’inaugurazione, il quartetto Taag e il giovane soprano Yosra Abid saranno gli interpreti del delicato e toccante Stabat Mater di Lugi Boccherini, il virtuoso violoncellista che fu uno dei grandi ambasciatori della musica italiana all’estero sul finire del Settecento. Il concerto darà avvio ad una stagione di nuove collaborazioni della Scuola con la Tunisia e con l’Istituto Italiano di Cultura della capitale africana.

I quattro giorni a Tunisi, dal 17 al 19 marzo, saranno inoltre l’occasione, per la Regione Toscana, per fare il punto sulle prospettive di sviluppo dei sistemi museali tra Italia e Tunisia

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