Brutta sconfitta del Bari ad Ascoli

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Ascoli Piceno – Calcio contro anti-calcio. Perdere ci sta nel calcio, e non sempre si possono trovare avversari morbidi come il Brescia, ma perdere con la penultima in classifica che fa del provincialismo tattico il suo credo di gioco, meritatamente – è appena il caso di precisare – subendo un gol al 2′ del primo tempo e con oltre novanta minuti a disposizione per pareggiare senza riuscirvi, senza tirare nemmeno una volta in porta nel secondo tempo, no, non ci sta. Ancora una prova di maturità dove il Bari è bocciato al primo appello.  Bari, dunque, ridimensionato che deve sperare, come obiettivo, a raggiungere i playoff senza tante sciocche  ed inutili illusioni. E l’Ascoli, gravitante in zona rossa, fa il suo bel figurone mettendoci grinta e cuore meritando la vittoria.
L’obiettivo Grosso, considerata la posizione dell’Ascoli, e tenuto conto dei venti punti di differenza, era dare continuità ai sette turni positivi tenuto conto che tutte le squadre danno il meglio di loro da primavera in poi, e occorreva anche evitare di mostrarsi presuntuosi e andare avanti con la qualità che, secondo Grosso, detiene questa rosa. Evidentemente il Bari non ha colto al volo i messaggi criptici dell’allenatore barese.
La partita col Brescia ha dimostrato che quando si entra subito in gara è più facile ottenere la vittoria, ma l’Ascoli non era il Brescia avendo, la squadra marchigiana, il coltello tra i denti e forte anche del pareggio ottenuto a La Spezia dimostrando caparbietà e di non alzare bandiera bianca.
C’è da dire anche che da questo momento si entra, come per l’equinozio di primavera, nel frangente clou del torneo dove ogni squadra cercherà di dare il massimo per centrare i propri obiettivi e, pertanto, ogni calo di tensione sono banditi. Grinta, intensità e furore agonistico, questi i tre presupposti di Grosso che voleva vedere oggi ad Ascoli, ma in generale d’ora innanzi perché fino adesso, escluso Brescia, non è che abbia mai entusiasmato anche nelle vittorie risicate dove se l’avversario avesse pareggiato o vinto non si sarebbe gridato allo scandalo. Ed invece solo solito giro palla e poi il nulla.
In formazione fuori ancora Brienza e Diakhitè, oltre che ai soliti Morleo e Salzano ai quali si sono aggiunti Floro Flores che, pur avendo recuperato, non è stato convocato e soprattutto fuori Basha che aveva da smaltire gli acciacchi della gara col Brescia da dove è uscito malconcio.
Fiducia, dunque, a nove undicesimi della gara col Brescia con Micai in porta, Sabelli ed Anderson terzini, ormai, titolari fissi, fiducia ancora ad Empereur insieme a Marrone come stopper, Petriccone al posto di Basha davanti alla difesa, Henderson e Tello mezzali, conferma del terzetto d’attacco formato da Cissè, Improta e Nenè.
Cosmi gli ha risposto con Agazzi in porta, Padella, Mengoni e Gigliotti il terzetto difensivo, Buzzegoli, Addae, Martinho (l’ex), Mogos e Pinto i centrocampisti, Monachello e Varela in attacco, altri due ex biancorossi.
Partenza propositiva da parte dell’Ascoli tanto che al 3′, per la solita serie “se non subiamo un cazzotto non reagiamo” è già in vantaggio con Buzzegoli con un gran destro dalla distanza per il quale Micai poteva fare di più, oltre a passare da una selva di gambe.
E’ il Bari a far la partita, grazie anche alla sua superiorità, e l’Ascoli a rispondree sempre pericolosamente, ma al 6′, su cross di Improta, risponde Cisse’ di testa con palla che termina alto di poco sulla traversa, e l’Ascoli all’11’ è ad un passo dal due a zero con Lores Varela, quello che a Bari non combinò praticamente nulla, che ruba il tempo a Marrone (vecchio vizio) e tira sul secondo palo, ma la palla va fuori di un soffio. Segue un regalo di Empereur per Monachello che spreca la chance del due a zero.
Al 25′ destro di Nenè dopo una triangolazione in area ascolana con Improta, ma il pallone viene ribattuto da Agazzi che salva la porta dal pareggio.
Ci prova ancora il Bari ad attaccare soprattutto dal centro sfruttando poco gli esterni e a rendersi pericoloso e a tratti ci riesce pure, ma oltre gli errori e a qualche fallo di troppo ascolano che ne rallenta la manovra, trova sempre l’Ascoli pericoloso sulle ripartenze.
Gran destro balistico di Henderson al 35′ da fuori area su assist di Nenè ma il pallone va di poco fuori.
Ancora Bari con Cisse’ che smarca Improta ma lui ed il portiere marchigiano arrivano quasi insieme e Agazzi esce a valanga e sventa la minaccia.
Continua a fare la gara il Bari col suo giro palla forse un po’ troppo prevedibile, ma trova una bella opposizione ascolana che su contropiede trova pericolosi alleggerimenti, anche perché la squadra di Cosmi non alza il baricentro e non fa pressing rimanendo rintanato nella propria metà campo da dove tentano di ripartire con Varela e Martinho.
Al 38′ Monachello su una delle tante ripartenze, stavolta causata da un errore di Henderson a centrocampo, arriva in area con facilità e tira sul secondo palo, ma Micai gli devia il pallone.
Termina qui il primo tempo dove il Bari ha fatto la partita e l’Ascoli ha fatto gol badando ordinatamente a non prenderle provando di tanto in tanto ad alleggerire in avanti rendendosi pericoloso. Diciamo che han prevalso le motivazioni marchigiane piuttosto che quelle baresi.
Il secondo tempo è lo stesso copione del primo: il Bari prova a far la gara con passaggi senza senso e senza alcun movimento, e l’Ascoli, anche in modo “provinciale”, cerca di difendersi mostrando tutti i suoi limiti ma che in certe gare vengono sovrastati dal cuore e dalla grinta.
Solo e sempre snervante ed irritante possesso palla per il Bari ma non riesce a guadagnare campo e metri.
Al 10′ azione pericolosa in contropiede di Varela per Monachello che per poco non ci mette il suo piede e para Micai.
Cosmi comincia a capire che può puntare alla vittoria e comincia a far entrare D’Urso, un difensore, al posto di Martinho all’11’. E’ il momento di Galano per Henderson subito dopo, mossa che prevede un 4-2-3-1. Ancora movimenti: entra Clemenza, ex primavera Juve (Grosso lo conosce bene) per Lores Varela, ancora un giocatore fresco per dare linfa al vantaggio miracoloso.
Non si può perdere una gara così contro un avversario modesto, così avrà pensato Grosso (ma in genere anche noi) e al 20′ fa entrare pure Iocolano al posto di Nenè. E il Bari torna al 4-3-3.
Momento di massima spinta del Bari con l’Ascoli che abbassa ulteriormente il proprio baricentro ma la squadra di Grosso, oltre all’imperituro possesso, palla non riesce ad andare.
E’ il turno di Kozak per Improta per gli ultimi venti minuti dove Grosso tenta il tutto per tutto ma l’Ascoli con il suo modus operandi provinciale composto da perdite di tempo ad ogni fallo e ad ogni situazione dove si può perder tempo, continua a farla franca.
Finisce la gara con la vittoria marchigiana tra lo stupore barese che tutto si aspettava, sconfitta inclusa, fuorché perdere in questo barbaro modo contro un avversario forse peggiore del Brescia ma che ha gettato grinta e cuore, ingredienti necessari a far la differenza.

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