M5s. Addio assemblea, decide tutto Di Maio

Attualità & Cronaca

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Concorrono all’elaborazione ed attuazione dell’indirizzo politico l’Assemblea, il presidente, i vice presidenti, il segretario e il Tesoriere”. E comunque “competono all’Assemblea” tutte le funzioni non specificatamente normate. Cosi’ si leggeva nel regolamento del gruppo del Senato del Movimento 5 stelle di cinque anni fa: l’assemblea e il confronto tra parlamentari erano centrali. Oggi non e’ piu’ cosi’. Il principio attorno a cui ruota il nuovo regolamento del M5S e’ la sovranita’ del Capo politico. Oggi, infatti, Luigi Di Maio propone e revoca il presidente del Gruppo e l’assemblea “ratifica”.

Nel nuovo regolamento dei pentastellati si sancisce il passaggio da forza di opposizione a forza di governo. Non solo e’ possibile accogliere nel proprio gruppo i fuoriusciti di altri rassemblement parlamentari (se incensurati), ma sparisce anche il riferimento che nella passata legislatura garantiva l’impossibilita’ di “associarsi con altri gruppi o partiti se non per votazioni su proposte di legge, decisioni o provvedimenti condivisi”. Nella XVIII legislatura, il Capo politico, Luigi Di Maio, da’ la linea politica al capogruppo, propone la nomina del Comitato Direttivo; definisce la struttura della Comunicazione e nomina il Capo dell’Ufficio Legislativo, il Capo del Personale. Nel regolamento della passata legislatura l’organizzazione della comunicazione era “definita” da Beppe Grillo e l’unica nomina era quella del direttore amministrativo del gruppo, affidata al presidente. Era l’assemblea ad eleggere il presidente, i vice, il segretario e il tesoriere. Era il presidente del gruppo il riferimento, oggi qualunque decisione nelle mani del capogruppo va prese “in accordo” o “di concerto” con il Capo politico.

‘Come abbiamo detto in campagna elettorale – ha scritto Di Maio sul blog dei Cinquestelle – è finita l’epoca dei governi non votati da nessuno. Il premier deve essere espressione della volontà popolare. Il 17% degli italiani ha votato Salvini Premier, il 14 Tajani Premier, il 4 Meloni Premier. Oltre il 32% ha votato il MoVimento 5 Stelle e il sottoscritto come Premier. Non mi impunto per una questione personale, è una questione di credibilità della democrazia. E’ la volontà popolare quella che conta. Io farò di tutto affinchè venga soddisfatta. Se qualche leader politico ha intenzione di tornare al passato creando governi istituzionali, tecnici, di scopo o peggio ancora dei perdenti, lo dica subito davanti al popolo italiano’.

 

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