Venezuela: papa, basta violenze, rispettare diritti umani

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Papa Francesco esprime tutta la sua preoccupazione per la grave situazione in Venezuela e, al termine dell’udienza all’Azione Cattolica Italiana in piazza San Pietro, lancia un forte appello alle istituzioni. “Cari fratelli e sorelle, non cessano di giungere drammatiche notizie circa la situazione in Venezuelae l’aggravarsi degli scontri, con numerosi morti, feriti e detenuti. Mentre mi unisco al dolore dei familiari delle vittime, per le quali assicuro preghiere di suffragio, rivolgo un accorato appello al Governo e a tutte le componenti della società venezuelana affinché venga evitata ogni ulteriore forma di violenza, siano rispettati i diritti umani e si cerchino soluzioni negoziate alla grave crisi umanitaria, sociale, politica ed economica che sta stremando la popolazione”. Affidando “alla Santissima Vergine Maria l’intenzione della pace, della riconciliazione e della democrazia in quel caro Paese”. Il Papa prega poi “per tutti i Paesi che attraversano gravi difficoltà, penso in particolare in questi giorni alla Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia”.

Appello del Papa per il Venezuela prima del Regina coeli in piazza San Pietro. “Cari fratelli e sorelle – ha detto Francesco dall’altare sul sagrato della basilica vaticana, a conclusione dell’udienza in piazza all’Azione cattolica – non cessano di giungere drammatiche notizie circa la situazione in Venezuela e l’aggravarsi degli scontri, con numerosi morti, feriti e detenuti. Mentre mi unisco al dolore dei familiari delle vittime, per le quali assicuro preghiere di suffragio, rivolgo un accorato appello al Governo e a tutte le componenti della società venezuelana affinché venga evitata ogni ulteriore forma di violenza, siano rispettati i diritti umani e si cerchino soluzioni negoziate alla grave crisi umanitaria, sociale, politica ed economica che sta stremando la popolazione. Affidiamo alla Santissima Vergine Maria l’intenzione della pace, della riconciliazione e della democrazia in quel caro Paese”. Sul volo di rientro dal Cairo a Roma, ieri sera, il Papaaveva già risposto ad una domanda dei cronisti al seguito sul Venezuela che verteva, in particolare, sul ruolo di mediazione svolto nei mesi scorsi dal Vaticano tra il presidente Nicolas Maduro e le opposizioni: “C’è stato un intervento della Santa Sede su richiesta dei quattro presidenti che stavano lavorando come facilitatori”, ha spiegato Francesco, “ma la cosa non ha avuto esito perché le proposte non sono state accettate o venivano diluite. Tutti sappiamo la difficile situazione del Venezuela, un paese che io amo molto. So che ora stanno insistendo, non so bene da dove, credo ancora da parte dei quattro presidenti, per rilanciare questa facilitazione e stano cercando il luogo. Ci sono già opposizioni chiare, la stessa opposizione è divisa e il conflitto si acutizza ogni giorno di più. Siamo in movimento. Ma tutto quello che si può fare, bisogna farlo, con le necessarie garanzie, se no stiamo giocando al tin tin pirulero”, ha detto il Papa, utilizzando il nome di un gioco, come spiega il sito specializzato in informazione vaticana Il Sismografo, che, traslato in un diffuso modo di dire, significa il saltare di una cosa ad un’altra senza focalizzare e chiudere, qualcosa di poco serio e velleitario.

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