Mattarella, ‘valutero’ solo il programma definitivo’

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La bozza non l’ha voluta leggere. Sorpreso per il gesto, prima ancora che scoppiasse il finimondo per alcune tesi contenute in quel contratto non ancora definitivo, il Capo dello Stato aveva gia’ posto un significativo distacco tra se’ e quel testo. Sergio Mattarella aveva ricevuto lunedi’ dalle mani di Luigi Di Maio e Matteo Salvini la bozza di programma a cui Lega e M5s stavano lavorando ed era rimasto stupito per la novita’ di vedersi recapitare un testo non ancora terminato. Per questo aveva preferito non leggerlo nemmeno, spiegano al Quirinale. Un modo come un altro per dire che nemmeno prende in considerazione alcune delle tesi che erano contenute nella bozza, dall’uscita dall’euro alla richiesta di cancellare parte del debito pubblico e che non a caso hanno scatenato l’ansia dei mercati.

Tesi, inoltre, che erano emerse in modo piu’ o meno carsico sia in campagna elettorale che dopo, e alcune delle quali erano state annunciate a voce anche allo stesso Presidente. Che non a caso aveva ricordato a Fiesole alcuni dei capisaldi della politica estera italiana, tra cui i quei trattati internazionali di cui la Costituzione gli attribuisce il potere di firma. Dunque lunedi’ la bozza era giunta al Colle, ma il Capo dello Stato, dopo aver ringraziato, l’aveva chiusa in un cassetto senza leggerla. Non certo un testo provvisorio attendeva Mattarella quel pomeriggio. Piuttosto attendeva la notizia di un raggiunto accordo e semmai il nome del premier. E in effetti quel nome Mattarella lo attende ancora, anche perche’ a lui spetta eventualmente incaricarlo e con lui, quando sara’ il momento, discutere di programma e ministri.

Ma l’irritualita’ di questa strana crisi non si e’ fermata al gesto di consegnare la bozza. Gia’ lunedi’ sera fonti M5s avevano riferito di aver portato il testo al Presidente, e ieri e’ stato anche pubblicato da Huffington post: ovviamente alcuni passaggi hanno creato agitazione a Roma, a Bruxelles, a Francoforte e nelle principali piazze finanziarie. Non a caso lo spread ha ricominciato a crescere, nonostante i due partiti abbiano smentito alcuni passaggi cruciali, che in effetti non compaiono piu’ nella stesura definitiva. Ma il treno delle polemiche era partito. E alle domande dei giornalisti, dal Quirinale e’ giunta una precisazione: “Le due delegazioni nel corso delle consultazioni di lunedi’ scorso hanno voluto lasciare al presidente Mattarella la bozza dell’accordo di programma, nello stato in cui si trovava in quel momento. E’ chiaro che il Presidente non guarda bozze ma testi definiti, frutto della responsabilita’ dei partiti che concludono accordi di governo”. Ma al di la’ della sorte dei fogli siglati da Di Maio e Salvini, da giorni al Colle si ricorda che per il Presidente fa fede il testo del discorso programmatico che il premier esporra’ alle Camere per chiedere la fiducia. E dopo di questo i testi dei provvedimenti che saranno approvati dal governo e giungeranno sulla scrivania del Capo dello Stato e che verranno esaminati con la solita cura, tenendo a mente che il Quirinale esercita una sua moral suasion prima di firmare e in base alla Costituzione ha il potere di rinviare un testo alle Camere, come ha ricordato Mattarella nel discorso di Dogliani. Ogni presidente spera di non giungere mai a intervenire, a volte basta un accenno, un confronto pacato, un suggerimento. A volte basta anche far sapere di non aver ancora letto una bozza.

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