Governo. Salvini: ‘su Savona non tratto piu”. Di Maio: ‘chiudere entro oggi’

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“Questa partita del Governo o si chiude entro le prossime 24 ore o non si chiude piu’; abbiamo gia’ aspettato abbastanza”: cosi’ Di Maio. Sulla stessa linea Salvini: “O si parte o per noi basta; mi rifiuto di trattare ancora per settimane”. Ma e’ ancora stallo su Savona, attaccato anche dalla Germania. E l’ambasciatore italiano a Berlino scrive a Spiegel stigmatizzandone l’articolo contro gli italiani.

Salvini al Viminale, Giorgetti sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Molteni alla Funzione Pubblica, Fontana agli Affari regionali, Centinaio al ‘Made in Italy’, l’assessore veneto Lanzarin alla Famiglia e un esponente della Lega alla Scuola e non piu’ alle Infrastrutture (dove il Carroccio potrebbe esprimere un vice). Dovrebbe essere questa la proposta sui nomi da inserire al Governo che la Lega ha consegnato al premier incaricato Conte. E nella ‘lista’ compare’ in neretto anche il nome di Paolo Savona per il dicastero di via xx settembre. Nel vertice di via Bellerio si e’ decisi di tirare dritto. Nessuna alternativa al nome dell’economista. “Non voteremo la fiducia ad un Governo – spiega uno dei ‘big’ del Carroccio – se dovessero arrivare dei veti”. “Passi indietro la Lega ne ha gia’ fatti abbastanza: abbiamo gia’ fatto tutto quello che potevamo fare. Non ne faccio una questione di nomi e cognomi ma di rispetto del voto degli italiani”, ha spiegato Salvini.

In serata ha rincarato la dose: “Non tratto piu’. O si parte o c’e’ il voto”. Il partito di via Bellerio ne fa una questione ormai di principio: “Non saremo servi di nessuno”, la linea. Ovvero non ci sara’ “un ministero scelto dalla Germania”. Anche il Movimento 5 stelle e’ sulla stessa lunghezza d’onda. Di Maio non ha intenzione di smarcarsi e, secondo fonti parlamentari, neanche Conte che in queste ore dovrebbe salire al Colle. Non si esclude dunque che possa non accettare l’incarico qualora permanesse una situazione di stallo. A sbloccare l’impasse potrebbe essere lo stesso Savona che sta riflettendo sul da farsi. Ovvero se fare un passo indietro oppure no. “Stiamo lavorando”, ha spiegato Conte che oggi e’ rimasto alla Camera dei deputati dove ha incontrato l’ambasciatore Luca Giansanti (in pole per la Farnesina) e sentito il presidente francese Macron. Salvini ha fatto sapere di aver sentito sia il premier incaricato che Di Maio, facendo capire quindi che c’e’ comunanza di vedute.

La Lega quindi lascia al Colle la decisione se far partire oppure no il Governo. Dunque e’ ancora muro contro muro sul nome di Savona con il rischio quindi che l’esecutivo non possa avviare il suo lavoro. Anche Di Battista ha attaccato il Quirinale considerando “inaccettabili” veti politici. A sostenere la battaglia di Salvini su Savona e’ Giorgia Meloni che ha offerto l’aiuto per ribadire che “l’Italia e’ una nazione sovrana”. Fdi e FI restano alla finestra ma l’ipotesi di un voto anticipato non viene piu’ esclusa del tutto. Tanto che Berlusconi sta ragionando su come “rilanciare” la coalizione, ovvero, sempre se Salvini decidesse di rompere – vagliera’ varie opzioni: dalla lista unica con Fdi e Carroccio ad un soggetto politico nuovo, da un altro nome per Forza Italia alla possibilita’ di lanciare un nuovo leader azzurro e ritagliarsi il ruolo di ‘regista’. Forza Italia pero’ considera azzardato il braccio di ferro in corso e si appella alla responsabilita’. Nessuna paura delle urne ma preoccupazione per la situazione economica.

Con i ‘big’ azzurri che si interrogano sul motivo per il quale Salvini difenda l’ottantenne Savona e non abbia fatto altrettanto per Berlusconi. Nel caso di nuovo ricorso ai cittadini la coalizione si compatterebbe di nuovo, ma su nuove basi, ci tengono a far sapere i dirigenti azzurri. Ovvero non e’ assodato che Salvini possa essere il candidato premier. Ma per considerare scenari di questo tipo occorrera’ aspettare il nuovo colloquio tra Conte e il Capo dello Stato. L’asse M5s-Lega e’ convinto che il premier incaricato possa tenere il punto. C’e’ fiducia quindi nel giurista ma qualcuno in ogni caso si chiede quale sara’ il suo margine di manovra. E soprattutto quale sara’ la decisione del Colle che si e’ chiuso nel riserbo. Ovvero se decidera’ di dare il via libera a Savona o se dovesse puntare su un piano B, ovvero se virare su un eventuale Governo del Presidente.

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