Il dire e il fare

Politica

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Dal 1° giugno, l’Italia ha un Esecutivo che potrà, vedremo se e come, dare all’Italia quelle prove di coesione che la formazione di centro/destra, anche se non nella sua globalità politica, ha, più volte, reso pubbliche. Dopo la fiducia del Parlamento, non resta che iniziare il percorso per quelle riforme di cui il Paese avrebbe bisogno per tentare di superare una”crlsi” socio/economica che ci rimorchiamo da troppo tempo.

 Il problema, che è sempre lo stesso, non sembra d’agevole soluzione. Non tanto per la mancanza d’idee, quanto per la difficoltà di renderle operative. La penisola, per una serie d’”alchimie”, non del tutto condivisibili, è passata da un Esecutivo di centro/sinistra a uno di centro/destra. Ma sarà sufficiente aver cambiato la “testa” per dare energia al “corpo”? L’interrogativo, anche tenuto conto dei passati Governi e correlati insuccessi, sarà il “tormentone” di questo 2018 che ha iniziato a intraprendere il suo secondo semestre di vita. Un lasso di tempo che, solo all’apparenza, sembra breve.

 Diverso, però, sarà lo “spirito” col quale l’asse Di Maio/Salvini dovrà dimostrarsi meritevole d’offrire alla Penisola alternative più percorribili di quelle che ci sono state rifilate dai precedenti Governi e maggioranze parlamentari al seguito. D’esternazioni ce ne sono state molte. Non pochi sono stati i “ripensamenti”. Di possibili novità è ancora troppo presto per formulare attendibili ipotesi. Bisogna, insomma, dare tempo al tempo e consentire di trasportare i concetti del “dire” in quelli del “fare”.

Giorgio Brignola

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