M5S, addio scontrini

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A quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti M5S, a giorni dovrebbero arrivare le nuove regole che calibreranno le restituzioni grilline. E, come anticipato dal capogruppo alla Camera Francesco D’Uva in assemblea, “si tratterà probabilmente di una quota fissa” da rendere mensilmente. ‘Addio scontrini’ è la parola d’ordine: si veleggia spediti verso la restituzione di un fisso, che, ad occhio e croce, dovrebbe ammontare attorno ai duemila euro mensili.

Si tratta, nello specifico, di metà indennità parlamentare: circa 5.200 euro netti (dei 10.400 di partenza) tassati al 50%, dunque circa 2.000 euro al mese o poco meno a seconda delle addizionali Irpef che variano in base alla regione di residenza. A stabilire dove fermare l’asticella delle restituzioni saranno i direttivi di Camera e Senato. L’idea che va per la maggiore e che sembra mettere d’accordo tutti, raccontano, è quello di cancellare con un colpo di bianchetto le famigerate restituzioni del ‘non speso’ (non obbligatorie nella scorsa legislatura ma onnipresenti nel sito ‘tirendiconto’), lasciando integre diaria e cosiddetto rimborso di esercizio di mandato.

Andrebbero nel dimenticatoio, dunque, scontrini e fatture per calcolare di volta in volta quanto restituire. Soltanto metà indennità non finirebbe nelle tasche di senatori e deputati 5 Stelle, a cui va aggiunto l’obolo di 300 euro che ciascun eletto deve destinare all’associazione Rousseau. Ma questa è un’altra storia.

Per ora le restituzioni sono in ‘stand by’, i 5 Stelle attendono di conoscere i meccanismi che le regoleranno prima di versare al fondo per le Piccole e medie imprese. Nella XVIII legislatura tutti i parlamentari, stando alla linea che sembra prevalere, saranno chiamati a restituire la stessa somma, mettendo fine alle ‘gare’ innescate nella scorsa legislatura e a volte foriere di guai, con alcuni parlamentari finiti nel ciclone della ‘rimporsopoli’ grillina pronti a giurare di aver sbagliato proprio per la smania di restituire più degli altri.

Ma c’è anche da dire che il sistema che si delinea all’orizzonte metterà fine ad alcune restituzioni record, come quelle messe a segno da Massimiliano Bernini -334mila euro- Marco Da Villa, Luigi Gallo e Paola Carinelli, tra gli altri. Oltre a mettere nero su bianco una verità che un tempo avrebbe provocato l’orticaria in casa 5 Stelle: la politica ha un costo e anche alto.

A mandare in pensione gli scontrini, viene raccontato, anche l’approdo dei 5 Stelle a responsabilità di governo. “Ci pensate a ministri, vice e sottosegretari che raccolgono gli scontrini e fanno di conto per restituire il non speso?”, fa notare una fonte di peso. Quanto al destinatario delle restituzioni grilline, per ora resta fermo il Fondo per le Piccole e medie imprese di casa al Mef, anche se in futuro non è escluso che si cambi beneficiario.

Confermata, inoltre, l’istituzione di un conto corrente intermedio dove finiranno le restituzioni prima di essere ‘girate’ al fondo per le pmi: obiettivo consentire i controlli inesistenti nella scorsa legislatura, quando alcuni parlamentari finirono per fare i ‘furbetti’ e tenersi parte dello stipendio dichiarando il falso, con il sistema dei bonifici prima inviati e poi ritirati.

Sembra destinato a naufragare, invece, il cosiddetto ‘lodo Del Grosso’, dal nome del deputato che a inizio legislatura, raccontano, aveva proposto ai vertici di rinunciare a metà indennità di mandato agendo direttamente sulla fonte: le Camere. Obiettivo dimezzare l’esborso per le casse dello Stato, rinunciando al lordo e non al netto (50%) come avverrebbe da ora in poi con gli stipendi dei parlamentari 5 stelle.

Una proposta che il deputato abruzzese voleva rivolgere a tutte le forze politiche, permettendo a qualsiasi parlamentare ne avesse fatto richiesta di rinunciare a parte dell’indennità. Ma dagli uffici di Montecitorio filtra come, in realtà, si possa intervenire sull’indennità di mandato solo per legge, mentre per le indennità di funzione – riconosciute tra gli altri a presidenti, vice e questori – è prevista la possibilità di rinunciare volontariamente. 

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