Legge di stabilita’

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Dopo il varo, sofferto, dell’Esecutivo di Centro/Destra, avevamo azzardato qualche previsione sulle sorti d’Italia. Da subito, qualcuno si sarà domandato con quale logico nesso avessimo potuto allineare una previsione squisitamente politica con una prettamente economica. Per chi ha ancora delle perplessità, valide o meno, non ci resta che tornare in argomento.

Di fatto, e nessuno lo nega, la stabilità politica non ha trovato vita facile in Parlamento. Mancando un’opposizione politica degna, l’Esecutivo ha avuto spazio per potersi muovere. I fatti non hanno ancora occupato il posto delle promesse. Ed è proprio a questo livello che il problema economico si fonde con quello politico. Certe decisioni dell’ultima ora non avrebbero potuto reggere senza il consenso di un Parlamento diviso dalle questioni interne.

 Il 2018 sarà ricordato come l’anno “anomalo” della politica nazionale. Nel Contratto di Governo Di Maio/Salvini abbiamo notato nei provvedimenti di non facile realizzazione. Dato che nulla andrà “meglio”, preoccupiamoci per evitare che s’elimini, almeno, il “peggio”. E’ sin troppo chiaro che i provvedimenti sulla normativa di stabilità non risolveranno i problemi di Casa nostra. In alcuni casi, li complicheranno. Dopo qualche polemica, subito rientrata, il binomio economia/politica è tornato a intersecarsi. Il secondo semestre di quest’anno, in ultima analisi, sarà ancora complesso.

 Quello che maggiormente ci preoccupa è rappresentato dalle incertezze politiche che andranno ad aumentare il “disordine” sociale. A questo punto, che non consente indecisioni, la coerenza è la migliore argomentazione che può farci essere meno critici. Saranno i prossimi mesi, in particolare l’autunno, a decidere se questo Parlamento sarà nelle condizioni di garantire un migliore stimolo alla ripresa economica del Paese con la conversione in Legge dei “progetti” di questo Esecutivo.  Al presente non è più solo una questione di stabilità politica, ma di emergenza economica.

Giorgio Brignola

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