Giovedì 28 giugno Il Consiglio Europeo si è occupato di migrazione, sicurezza, difesa, affari economici e finanziari. Quando tutto sembrava prossimo alla deposizione delle firme sul nuovo accordo, lo stop di Conte ha bloccato tutto, fino a quando non si è raggiunto un comune punto di vista sulla questione migranti e di asilo politico.
Dopo una lunga trattativa e una notte in bianco, l’UE trova un patto sinallagmatico con l’Italia sulla migrazione. I capi di Stato e di governo dell’Unione Europea hanno concordato una politica comune in materia di migranti e asilo politico. I 28 paesi membri pronti a superare insieme il trattato di Dublino, sullo “scoglio” migranti.
Dopo un’attenta analisi e sull’oggettività del numero sproporzionato dei richiedenti asilo in Italia dal 2015 ad oggi (http://www.consilium.europa.eu/en/infographics/eastern-and-central-mediterranean-routes-09-2017/), il Consiglio Europeo si esprime così:
“Il Consiglio europeo riconferma che una condizione preliminare per una politica UE efficace si basa su un approccio globale alla migrazione che combini un controllo più efficace delle frontiere esterne dell’UE, una maggiore azione esterna e gli aspetti interni, in linea con i nostri principi e valori.”
Il C.E. ha chiesto ulteriori misure per arginare la migrazione illegale e impedire il ritorno ai flussi incontrollati del 2015. Questa è una sfida non solo per un singolo stato membro, ma per l’Europa nel suo insieme. Hanno concordato diversi punti su tutte le rotte che attraversano l’UE, studiando accuratamente ogni specifica rotta: rotta del Mediterraneo centrale, rotta del Mediterraneo orientale, Mediterraneo occidentale.
I leader dell’UE hanno inoltre sostenuto lo sviluppo di un concetto di piattaforme di sbarco regionali per le persone salvate in mare da operazioni di ricerca e soccorso. Tali piattaforme, suggerite dall’UNHCR e dall’IOM, dovrebbero consentire di distinguere rapidamente e in sicurezza tra i migranti economici e coloro che necessitano di protezione internazionale.
(http://www.consilium.europa.eu/en/meetings/european-council/2018/06/28-29/)
I negoziati notturni si sono svolti dopo che il primo ministro italiano Giuseppe Conte ha bloccato altre decisioni programmate sul vertice dei due giorni a Bruxelles. Conte ha dichiarato: “Solo accoglienza a parole, ora azioni concrete”.
La colpa dell’Italia è di trovarsi nella posizione centrale del Mediterraneo, dove decine di migliaia di migranti si fermano e dove secondo il regolamento di Dublino, la legge europea impone l’esame delle richieste d’asilo dei migranti al primo paese di sbarco.
Ciò ha significato che i paesi sono stati pesantemente caricati in modo sproporzionato alle frontiere, e l’Italia si è sentita abbandonata e delusa dai partner europei.
Al no di Conte, si aggiungono le voci del cancelliere federale austriaco Sebastian Kurz e il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki che hanno insistito su una linea più dura. Kurz ha sottolineato che non può più accadere che migranti o rifugiati, venendo salvati dal Mediterraneo, ricevano un biglietto per l’Europa quasi automaticamente. Morawiecki ha detto che la Polonia si atterrà al suo rifiuto e continuerà a rifiutare i rifugiati nell’ambito di un programma di ricollocazione. Allo stesso tempo, occorre fare di più per impedire alle persone di lasciare i loro paesi d’origine.
L’UE è soddisfatta per il primo passo, anche se ammette che c’è ancora molto lavoro da fare nel sistema comune di asilo, soprattutto per quanto riguarda la rotta del Mediterraneo orientale, dove sono necessari ulteriori sforzi.
Giusy Criscuolo