Messico. Lopez obrador presidente: ‘il male è la corruzione’

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La lotta alla corruzione, “male” all’origine delle disuguaglianze sociali, ma anche il raddoppio delle pensioni e rapporti positivi con gli Stati Uniti al netto dello scontro sul muro anti-migranti di Donald Trump: sono gli impegni evidenziati nella notte dal neopresidente in pectore del Messico, Andres Manuel Lopez Obrador. “Amlo”, 64 anni, ex sindaco di Citta’ del Messico, ha tenuto un discorso dopo che le proiezioni del voto di ieri lo accreditavano di circa il 53 per cento dei consensi e dopo che la sua vittoria era stata riconosciuta sia dallo sfidante governativo Jose Antonio Meade che dal secondo classificato, Ricardo Anaya, fermo al 23 per cento delle preferenze.

Lopez Obrador ha definito la corruzione “il male causa principale della disuguaglianze economiche e sociali e della violenza”. Secondo uno studio del centro di analisi Etellekt, nei mesi che hanno preceduto le elezioni legislative e presidenziali di ieri sono stati assassinati 132 candidati e politici. Lopez Obrador guida il Movimiento Regeneración Nacional (Morena), una formazione di sinistra fondata nel 2006, che dovrebbe poter contare ora anche sulla maggioranza in parlamento. Un successo suggellato dalla conquista di Citta’ del Messico da parte della candidata a sindaco Claudia Sheinbaum.

Andres Manuel Lo’pez Obrador, potente ex sindaco di Citta’ del Messico, classe 1953, e’ esponente del “Movimento di rigenerazione nazionale” (Morena), di sinistra e populista, e’d e’ stato appoggiato, nelle recente elezioni presidenziali che lo hanno visto trionfare, dalla coalizione ‘Insieme faremo la storia’ (‘Juntos haremos historia’) formata dal Partito del Lavoro e dal Partito Incontro Sociale. Il voto da cui esce il Messico di Obrador ei” stato il piu’ insanguinato della storia del paese nordamericano: 133 vittime, un bagno di sangue causato dalla frammentazione criminale causata dalla lotta ai grandi cartelli del narcotraffico. Oltre a proseguire quest’ultima, senza lasciare il monopolio della violenza a gruppi criminali emergenti, Obrador dovra’ fare i conti con una corruzione dilagante, attuare una necessaria riforma del sistema giudiziario e garantire la complessa gestione dell’ordine pubblico, affrontare i temi legati alla riforma del nafta, osteggiata da Washington. Tutti temi che hanno dominato la campagna elettorale dei principali candidati, con il nuovo presidente che ha promesso di attuare la “quarta trasformazione del paese: pacifica, ordinata, profonda e radicale, per porre fine al vecchio regime autoritario e corrotto”. Lo scenario e’ stato seguito con preoccupazione dall’altra parte della frontiera, dall’amministrazione americana. L’ex ambasciatrice Usa in Messico, Roberta Jacobson, in carica fino a poche settimane fa, aveva dichiarato al ‘New Yorker’ che “alcuni funzionari statunitensi sono molto pessimisti: se vince lui, accadra’ il peggio”. Parte della crescente popolarita’ di ‘AMLO’ (acronimo del nome) viene attribuita proprio a Donald Trump, che col Messico ha optato per il pugno duro sull’immigrazione, attuando una politica della ‘tolleranza zero’ – causa di centinaia di casi di bambini separati forzatamente dalle proprie famiglie al confine – e annunciando la possibile costruzione di un muro. Negli ultimi mesi sono anche arrivati i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. Un anno e mezzo di Trump alla Casa Bianca ha dato ulteriori punti a Lo’pez Obrador e alla sinistra piu’ radicale messicana, aprendo la strada all’insediamento a Citta’ del Messico di un governo molto ostile agli Stati Uniti.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è congratulato con il vincitore delle presidenziali messicane, Andres Manuel Lopez Obrador, dicendosi pronto a collaborare con il candidato della sinistra messicana. “C’è molto da fare a beneficio di Stati Uniti e Messico” ha twittato Trump, le cui politiche anti-immigrazione hanno inasprito fortemente i rapporti bilaterali; Lopez Obrador da parte sua si è detto pronto a perseguire una politica di “amicizia e cooperazione” con gli Stati Uniti.

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