Trovare una mediazione tra le varie correnti interne per arrivare ad una soluzione condivisa. E’ questo l’obiettivo principale dell’Assemblea Pd in programma oggi che, secondo quanto auspicato dai suoi promotori, dovrebbe concludersi senza dilazioni e strascichi.
Il punto resta sempre e solo quello, quando convocare il prossimo Congresso. L’intenzione su cui si sta lavorando è quella di arrivare ad un ordine del giorno unitario per portare il partito verso le Assise. Ma non mancano i nodi da sciogliere. Sul tavolo dei Big, viene spiegato, al momento ci sarebbero due ipotesi: Martina segretario con un impegno a convocare il Congresso prima delle prossime elezioni europee; scioglimento dell’Assemblea con, come conseguenza, la convocazione del Congresso nel prossimo autunno.
Intanto ieri Martina avrebbe confermato l’intenzione di dare subito il via alla fase congressuale, di condurla in modo “condiviso” e “aperto” ma senza una data di scadenza al suo mandato: “Non è possibile fare il segretario yogurt”, avrebbe spiegato.
Altra questione sul tavolo dei Big al Nazareno, la composizione della nuova segreteria. Luca Lotti ha chiarito di non essere interessato a guidare l’organizzazione e lo stesso ha fatto Antonello Giacomelli. I renziani hanno fatto sapere che quel ruolo dovrebbe spettare a loro, ma pensano a “un nome non noto, quasi sconosciuto”. L’area Orlando (con quella Emiliano) hanno, invece, sbarrato la strada a un renziano all’organizzazione. Fuori dai giochi la conferma di Andrea Rossi. La discussione interna, quindi, potrebbe anche andare per le lunghe.
Lo spettro della mancanza del numero legale sembra, invece, superato. Dalla presidenza sono partite ieri, come nei giorni precedenti, una serie di telefonate ai delegati per assicurare il numero di presenze necessario per la validità della riunione. C’è, poi, un altro elemento, spiegato così al Nazareno: “La mancanza del numero legale sarebbe un atto politico e, verificata l’impossibilità di tenere l’Assemblea, si andrebbe automaticamente a Congresso”. Una sorta di ‘auto commissariamento’ cui, al momento, nessuna componente interna vuole arrivare.