Copyright e diritto d’autore, è ancora presto per cantare vitoria!

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Di Giusy Criscuolo

La controversa revisione della legge sul copyright dell’UE, che ha scatenato un acceso dibattito tra giganti di Internet e creatori di contenuti, è stata respinta. La nuova riforma aveva lo scopo di allineare le leggi sul copyright dell’UE con l’era digitale, generando molte proteste e molti dibattiti prima di essere respinta al Parlamento europeo giovedì 5 luglio, con un margine di 318 voti a sfavore e 278 pro riforma e 21 astenuti. L’ ulteriore voto sulla nuova legge sarà rinviato al 10 settembre.

Ricordiamo che il 3 luglio scorso, le versioni in lingua italiana e spagnola di Wikipedia hanno bloccato l’accesso agli utenti di internet, oscurando la propria enciclopedia in forma di protesta contro la nuova riforma sul diritto d’autore e sul copyright. Il 5 luglio l’intera piattaforma internet con i suoi colossi (Google, Facebook, YouTube…) è rimasta con il fiato sospeso in attesa che venisse pronunciata la sentenza di vita o di morte sulla vecchia normativa che regolamenta l’attuale modus operandi del web.

Le regole proposte avrebbero attribuito maggiore responsabilità a Google, Facebook ed altri colossi di internet, costringendoli a utilizzare sistemi di filtraggio che bloccano il contenuto (come immagini e video), che viola il copyright del titolare dei diritti. Inoltre, gli editori “nuovi media” sarebbero essenzialmente tenuti a pagare alle organizzazioni giornalistiche i diritti sulla condivisione di articoli e altri contenuti protetti da copyright. Ciò potrebbe avere un effetto particolarmente dannoso per Twitter e tutti i giganti del web, le cui piattaforme si basano sulla condivisione di notizie, immagini e video.

Il regolamento sul copyright fa parte del “mercato unico digitale” dell’UE, una strategia volta a stabilire uno standard comune per i servizi online e per le imprese. I parlamentari a favore del cambiamento non si arrendono. Sul tavolo delle riforme ritorna ad essere analizzata la proposta.

Chi è pro e chi contro?

A gioire della bocciatura in parlamento, ci sono stati numerosi deputati, che hanno definito questo voto un successo. Tra gli esponenti che si sono maggiormente distinti per la campagna contro gli aspetti più severi della legge, c’è l’eurodeputata tedesca Julia Reda (Greens-European Free Alliance) che ha Twittato: “E’ un grande successo: le vostre proteste hanno funzionato!”.

Il co-fondatore di Wikipedia, Jimmy Wales, ha dichiarato alla BBC che spera che l’industria musicale possa trovare un modo per scendere a compromessi prima del 10 settembre, data di rinvio del prossimo voto. “Il pensiero di non filtrare tutto ciò che viene caricato su Internet è un sogno irrealizzabile. Non si otterrà mai” ha affermato e ha aggiunto: “ma dovrebbero cercare di rinegoziare gli accordi con piattaforme come YouTube, per ottenere remunerazioni più eque per gli autori “.

Wikimedia – che ospita la famosa enciclopedia online Wikipedia – è uno dei tanti oppositori della legge, che ha additato la nuova riforma come una strega da mettere al rogo, affermando:” minaccia il nostro diritto fondamentale di condividere liberamente le informazioni”.

Numerose le aziende che hanno dimostrato il loro disappunto, tra cui Mozilla, l’azienda che si cela dietro il browser di Firefox, anche se la controversa direttiva non è priva dei suoi sostenitori.

Numerose stelle della musica hanno appoggiato la nuova direttiva sostenendo che i siti web hanno sfruttato i loro contenuti in modo inadeguato e professionalmente ingiusto. Da Paul McCartney a Annie Lennox, a Placido Domingo, David Guetta e molti altri, vi è stato un susseguirsi di sollecitazione sulle modifiche, ma i loro interventi non sono stati sufficienti a persuadere i deputati dell’europarlamento nel variare la legge sul copyright.

In una lettera aperta ai membri del Parlamento, McCartney ha chiesto di sostenere la revisione del copyright.

“Abbiamo bisogno di un internet che sia equo e sostenibile per tutti”, ha detto l’ex stella dei Beatles. “…Oggi alcuni utenti scaricano contenuti da piattaforme web che si rifiutano di compensare gli artisti e tutti i creatori di musica in modo equo, per il loro lavoro, sfruttando i profitti a proprio vantaggio”.

E’ ancora troppo presto per cantare vittoria. I sostenitori della riforma giurano battaglia. Per capire come andrà a finire, toccherà aspettare il prossimo 10 settembre. Fino ad allora la nuova legge sottoposta al vaglio delle autorità competenti potrebbe subire ulteriori cambiamenti e trovare nuovi assertori.

redazione@corrierenazionale.net

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