di Nicola Zuccaro
Roma, ore 2.30 di domenica 25 luglio 1943. Dopo una lunghissima seduta, iniziata alle 17.15 di sabato 24 luglio, il Gran Consiglio del Fascismo sfiducia Benito Mussolini da Capo del Partito Fascista e del Governo italiano. Determinante nella scelta di sfiduciare il Duce, furono gli eventi bellici che investirono nei giorni precedenti l’Italia (sbarco degli anglo-americani in Sicilia del 10 luglio ed il bombardamento su Roma del 19 luglio, segnato dalla devastazione del quartiere San Lorenzo),motivati nell’ordine del giorno presentato da Dino Grandi e votato da 19 membri.
Fra essi Galeazzo Ciano, genero di Mussolini. A completare la votazione, una sola astensione e 7 voti contrari. Nelle ore successive, con l’arresto di Benito Mussolini per ordine di Re Vittorio Emanuele III e con la successiva nomina del Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio a Capo provvisorio del Governo Italiano si concluse l’Era Fascista, iniziata il 28 ottobre 1922, dopo la marcia su Roma. A 75 anni di distanza, resta un avvenimento cruciale, perchè di svolta in quello che sarà il futuro politico e sociale dell’Italia.