“In Italia non c’è emergenza razzismo” (e invece sì)

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C’è chi dice che in Italia non c’è emergenza razzismo. C’è chi ancora pensa che non ci sia intolleranza, xenofobia. Tuttavia, anche se lo stesso premier Giuseppe Conte ribadisce che “Non dobbiamo entrare nella psicosi che, se la persona colpita è nera, questo sia razzismo. Io contrasterò il razzismo con tutte le mie forze”, è innegabile l’aumento delle aggressioni verso soggetti di colore, soprattutto se fomentati dalle recenti politiche contro l’immigrazione.

L’ultimo episodio è stata l’aggressione all’atleta italiana, ma di origini nigeriane, Daisye Osakue a Moncalieri, minimizzata dallo stesso Matteo Salvini che sostiene: “Emergenza razzismo in Italia? Non diciamo sciocchezze”.

Ogni violenza fisica e psicologica nei confronti degli immigrati, colpevoli di avere la pelle scura, verificatasi negli ultimi mesi viene sempre più sminuita da coloro che dovrebbero dare un segnale istituzionale e internazionale di condanna a tali eventi. Questi episodi sono aumentati considerevolmente anche a causa dell’impunibilità del gesto stesso, nella consapevolezza che l’aggravante dell’odio razziale non venga applicato .

L’intolleranza che si sta diffondendo nel nostro paese è figlia di un atteggiamento ‘lasciapassare’ perpetuato in primis dal Ministro degli Interni Matteo Salvini che, in questo, non trova opposizione né dal premier Conte che si è schierato in sua difesa sostenendo che “Salvini non è razzista”, né da Di Maio che interviene a sostegno del suo collega vicepresidente solo se interpellato, come dalla trasmissione Omnibus su La7: “Non esiste alcuna emergenza. Qualcuno per sentirsi un po’ di sinistra perché non lo è più deve attaccare Matteo Salvini considerandolo di estrema destra”.

I più alti vertici del governo in carica continuano a negare. Negare che ormai l’Italia stia divenendo un paese in cui questi episodi sono quasi all’ordine del giorno e che non risparmiano neanche i minori, come testimonia lo sparo con una pistola ad aria compressa verso una bambina rom il 17 luglio a Roma, tanto che anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lancia un monito affinché “L’Italia non sia un Far West”.

Sorprende come pochi esponenti sia della Lega che del Movimento 5 Stelle si siano espressi in merito a tale problematica, segnale preoccupante se letto in relazione all’importanza del tema. Certo non si può ancora parlare di emergenza in termini numerici, ma ne si può certamente parlare se analizziamo il fenomeno in un’ottica temporale (nell’ultimo mese e mezzo ci sono state circa 8 aggressioni). Quando diventerà chiaro a tutti che questo clima di intolleranza e razzismo può portare solo a degenerazioni e non a soluzioni?

Il segretario del Partito Democratico Maurizio Martina così commenta il clima creatosi nel territorio italiano: “Non vedere il grave rischio che stiamo correndo, dopo che si moltiplicano i casi di violenza sui migranti, è un clamoroso errore e noi denunciamo questa miopia da parte del governo e di tutti quelli che rincorrono dichiarazioni per negare il problema. Attenzione che il problema c’è, c’è una spirale razzista preoccupante che va riconosciuta e combattuta”.

Riconoscere la sussistenza di una problematica è il primo passo verso la sua consapevolezza e la relativa ricerca della soluzione, tuttavia questo atteggiamento negazionista forse nasconde la convenienza di questa situazione, funzionale senz’altro a legittimare le politiche intransigenti verso i migranti così giustificate.

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