“Quando l’eredità artistica di un grande cantautore non è resa disponibile per le nuove generazioni è sempre un grande peccato”. Lo dice la figlia di Giorgio Gaber, Dalia Gaberscik – intervistata dall’Adnkronos – all’indomani dal ventesimo anniversario della morte di Lucio Battisti. “Non conosco i dettagli giudiziari della vicenda Battisti né le intime motivazioni della famiglia – premette Dalia – e quindi non posso giudicarle. Posso solo dire che, da figlia di un grande artista e da semplice fruitrice di arte, mi piacerebbe che le cose andassero in un altro modo. E che l’immenso patrimonio della produzione di Lucio Battisti fosse considerato un bene comune, accessibile a tutti”.
“Questa – sottolinea Dalia – è la scelta che noi abbiamo compiuto intorno alla produzione di mio padre Giorgio Gaber. Con la creazione di una Fondazione e poi di un Festival che si occupano proprio di diffondere la conoscenza del suo repertorio e di avvicinare le nuove generazioni di artisti alla sua lezione. Questa scelta di apertura ci aiuta a mantenere viva la produzione del Signor G e, in qualche modo, a farci sentire ancora vicino Giorgio Gaber, anche se purtroppo lui non è più con noi fisicamente”, dice Dalia, titolare di una delle più grandi agenzie di comunicazione italiane nel campo dell’intrattenimento e motore della Fondazione e del Festival, intitolati al padre.
La figlia di Gaber ha poi spiegato di non aver voluto rivolgere nessun appello alla famiglia di Battisti ma di aver “solo espresso un’opinione e raccontato quello che abbiamo scelto di fare io e mia madre con l’eredità artistica di Giorgio Gaber. Come ho già detto – ha aggiunto -, non conosco le motivazioni della famiglia Battisti e pertanto non le giudico”.