L’onda Nera si abbatte sul Brasile

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Jair Bolsonaro, candidato del Partito social-liberale è divenuto il nuovo presidente del Brasile, sconfiggendo al ballottaggio, con il 55,7% dei voti il candidato della sinistra Fernando Haddad. Trionfa la destra, quella sessista, razzista e xenofoba, una destra che ormai non fa più paura e che invece viene osannata. Il Partido dos Trabalhadores è considerato il responsabile principale della crisi economica, sociale e politica brasiliana e con esso anche la sinistra diviene la nemica da abbattere dopo tredici anni di governo.

Appena dopo la sua elezione, sulla sua pagina Facebook, esordisce dicendo: “Il Paese chiedeva un cambio. Non potevano continuare a vivere con il populismo, l’estremismo, il comunismo della sinistra. Faremo un governo che possa portare il nostro Brasile nel posto che merita. […] Non cederemo l’Amazzonia, parleremo con la gente, rispettano tutte le opinioni e le esigenze. Difenderò la Costituzione la democrazia e la libertà. Questa non è la promessa di un partito, né la parola di un uomo: è un giuramento davanti a Dio”. Si pone come l’uomo della gente, un uomo con un mandato quasi divino: quello di risollevare le sorti brasiliane; l’unico in grado di rappresentare le paure dei suoi concittadini. Bolsonaro, nonostante sieda sin dal 1991 nel Parlamento brasiliano, non ha mai fatto parte dei grandi partiti di governo tanto da potersi porre come un uomo ‘pulito’ rispetto alle élite di potere ormai corrotte.

Conosciuto ai media internazionali per le sue affermazioni omofobe (‘preferisco un figlio morto che gay’), razziste (‘gli afro-brasiliani non servono neanche a procreare’), e sessiste (‘le donne devono guadagnare meno perché restano incinte’), è un fervido sostenitore del libero mercato e delle liberalizzazioni (specie nel possesso delle armi) tanto da essere sostenuto dai latifondisti e dagli imprenditori brasiliani che mal vedono le imposizioni degli accordi sul clima di Parigi.

Bolsonaro dunque rappresenta un nuovo tipo di leader, inaugurato al mondo da Donald Trump: quello che non si sottomette ai media tradizionali e alla comunicazione mainstream, che preferisce condurre una campagna quasi unicamente condotta sui social concedendo poche interviste poiché convinto che la tv tradizionale lo danneggi, che non accetta i confronti faccia a faccia con gli avversari preferendo un messaggio più immediato veicolato attraverso i nuovi media (specie tramite gruppi Whatsapp).

Anche l’Italia esulta per la vittoria di Bolsonaro, in particolar modo Matteo Salvini che, in un immediato tweet, commenta la vittoria del candidato di estrema destra: “Anche in Brasile i cittadini hanno mandato a casa la sinistra! […] Dopo anni di chiacchiere, chiederò che ci rimandino in Italia il terrorista rosso Battisti”.

Questa nuova ulteriore conquista dell’estrema destra continua a preoccupare l’opinione pubblica mondiale ma non abbastanza da fermarne l’avanzata, ciò a discapito dei partiti di sinistra che continuano a soccombere dinanzi a questa travolgente ondata nera.

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