Nuova repubblica?

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C’è chi ritiene che il 2019 sarà l’anno dei “cambiamenti”nazionali. Lo scriviamo in attesa di vedere operativo il Contratto di Governo firmato da Di Maio e Salvini. Dati i precedenti, non ci sentiamo, però, d’ipotizzare come funzionerà questo Esecutivo oggettivante”atipico”. Non siamo, per natura, inclini alle “novità” scontate. Se, veramente, si dovessero realizzare le proposte presentate in campagna elettorale, questo Esecutivo sarebbe differente da quelli che ci sono stati affibbiati in questi ultimi  anni.

Potrebbero, di conseguenza, esserci “novità” anche sul fronte istituzionale. Pure se è difficile ipotizzare intese capaci d’offrire all’Italia un futuro meno scontato. Noi siamo per il “nuovo”; ma per quello di sostanza. Diversamente, sarebbe un altro errore per il Paese che tenta d’uscire dalla crisi economico/sociale che ci trasciniamo da tempo.

I “populismi” hanno, da sempre, confuso e diviso la nostra realtà. Come i troppi partiti. Ora cambiare non sarà facile. Bisognerebbe essere meno deconcentrati e iniziare a ridare segnali di nuova maturità politica. Anche se non riteniamo possibile che, nei “vivai” dei partiti, ci siano uomini capaci d’attivare comuni iniziative.

La Penisola è ancora in crisi d’identità. In conclusione, riteniamo che nel Bel Paese non ci siano ancora le condizioni per riconoscere una “nuova” Repubblica. I mesi che abbiamo davanti saranno rilevanti per chiarirci le idee su ciò che i politici intendono portare a buon fine. Anche se restano eccessivi i “punti” da chiarire e gli “accordi” da rispettare e, soprattutto, per dare corpo a questa nuova Repubblica.

 Giorgio Brignola

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