La sorprendente carriera militare del Ten. Luigi Selvaggi di Altamura

Ambiente, Natura & Salute

Di

                                                                               Ten. Medico Luigi Selvaggi

Da cadetto a Ufficiale medico nell’Esercito italiano

Giovanni Mercadante

Luigi Selvaggi, incubato sin da piccolo in un ambiente militare, ha sentito fortemente questo richiamo. Il padre Michele, dipendente civile nella Caserma “M.O. Felice Trizio” di Altamura, ha visto transitare nella struttura militare diversi Reparti, tra cui il 31. Rgt.  Carri, trasferito alla Cavalleria di Lecce,  e attualmente il 7. Rgt. Bersaglieri.

Il fascino della divisa in età adolescenziale genera tra l’altro rappresentazioni oniriche che alimentano traguardi forse impossibili; poi invece il contatto con la realtà, con le situazioni che si creano nel corso della propria esistenza, fanno crescere e maturare determinate ambizioni. Questo è il caso del nostro giovane altamurano che ha fatto una scelta di vita consapevole dei doveri che impongono la figura di Ufficiale e di Medico all’interno dell’Esercito italiano. L’amore per questa professione è cresciuta nel corso degli anni che racconta qui appresso incalzato dalla curiosità del giornalista.

Domanda: A quale età hai sentito l’interesse alla carriera militare?

Riposta: Già in  età scolastica ne parlavo con i miei genitori. A 16 anni partecipo con successo al concorso per la Scuola Militare Teulié a Milano, frequentando gli ultimi 3 anni di Liceo classico. L’iniziazione a questa decisione nasce soprattutto frequentando la Caserma altamurana, dove appunto mio padre lavora. Sin da piccolo ho assistito ai  giuramenti delle reclute, ai cambi di Comandanti dei Reparti, alle celebrazioni religiose  e a ricorrenze in onore  dei Caduti. Sono stati momenti di grande partecipazione emotiva. Questo è il primo impatto dell’ambiente militare.

D: Sapevi che la Scuola Militare impone una disciplina ferrea?

R: Certo, ero stato ampiamente informato a tal proposito. Infatti, già all’atto della selezione  mi sono reso conto delle rigide regole di valutazione con prove psico-fisico-attitudinali. Il concorso è molto articolato; si ha una sola chance. Le regole di caserma sebbene sembrino all’inizio molto severe, si impara ad accettarle con spirito di coesione, scoprendo il cameratismo, la condivisione, la solidarietà verso i propri colleghi e amici.

Sono gli anni della formazione da cui si esce forgiati, plasmati. Le sforbiciate ovviamente sono molte, perché non tutti riescono a mantenere un ritmo sotto continuo stress.

D: Dopo i tre anni del Liceo, hai pensato di abbandonare?

R: No, anzi, la mia determinazione si è rafforzata perché ho scelto di proseguire la carriera militare. Perciò ho partecipato al concorso nazionale per accedere all’Accademia Militare di Modena. In particolare ho optato per il corpo sanitario dove erano disponibili solo 18 posti su diverse centinaia di partecipanti per diventare Ufficiale Medico. Dopo quasi un anno di prove concorsuali sono riuscito a risultare con grande soddisfazione idoneo vincitore.

D: Come si sono articolati gli anni dell’Accademia?

R: Chi entra in questo nuovo mondo, dopo aver frequentato la scuola militare come me, conosce già le dinamiche dell’ambiente e chiaramente è avvantaggiato; l’Accademia è una palestra di vita. Sono tanti i valori che ti insegna come la  lealtà, il sacrificio, il senso del dovere. Mi ha aiutato tantissimo a gestire il tempo in maniera efficace. Si è sottoposti a ritmi molto rigidi, poiché le attività da svolgere sono tante: addestramento militare, ginnico, tecnico-pratico, oltre ovviamente agli studi di medicina e chirurgia.

Dopo i due anni di Allievo Ufficiale, sono diventato Sottotenente continuando gli studi di medicina e chirurgia all’Università di Modena e Reggio Emilia dal 2011 al 2017; a febbraio 2018 ho conseguito l’abilitazione alla professione di Medico Chirurgo ottenendo la promozione al grado di Tenente.

D: Come vede il suo futuro?

R: Attualmente lavoro come Ufficiale Medico al Reparto Comando e Supporti Tattici della Brigata ARIETE a Pordenone. Presto inoltre potrei essere impiegato all’estero negli assetti sanitari dei teatri operativi in cui l’Esercito Italiano dà il proprio sostegno. Per concludere, vorrei dire che sono molto orgoglioso di indossare questa uniforme e allo stesso tempo poter svolgere la nobile professione di medico. Spero che la passione e il sacrificio che ogni giorno questo mestiere richiede possa portarmi grandi soddisfazioni.

Ad Maiora!!

                                            Il Ten. Luigi Selvaggi davanti alla Commissione per la laurea magistrale in Medicina e Chirurgia

                                                                              Il Ten. Luigi Selvaggi con i genitori dopo il giuramento

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