Progetto Life Primed. Il Bosco di Palo Laziale. Un articolo di Andrea Casarini
Il temine “biodiversità” è diventato ad oggi una parola di moda, usata in svariate occasioni e nei contesti più disparati, dalle mostre alle conferenze fino alle dichiarazioni ufficiali dei decisori politici. Questo concetto, molto importante per l’ecologia moderna, nasconde aspetti interessanti e profondi più di quanto si possa immaginare in quanto, la definizione più ampliamente accettata di “diversità biologica o biodiversità” è stata proposta dall’Office of Technology Assessment del governo degli Stati Uniti nel lontano 1987. Per biodiversità si intende la varietà e variabilità tra organismi viventi e complessi ecologici in cui essi vivono; nel senso amplio e semplicistico questo termine comprende quindi i diversi ecosistemi, le specie, i geni e loro abbondanza relativa. L’Italia è tra i paesi europei più ricco di biodiversità in quanto la varietà di condizioni bio-geografiche, geo- morfologiche e climatiche che caratterizzano il nostro territorio fa dell’Italia una straordinaria area di concentrazione di specie e di habitat.
Infatti il nostro paese ospita circa la metà delle specie vegetali e circa 1/3 di tutte le specie animali attualmente presenti in Europa. Questa ricchezza è però seriamente minacciata in quanto buona parte del nostro territorio, come quello di molti paesi industrializzati, è usata in maniera intensiva; alcuni tipi di habitat come le dune, i corpi idrici e le aree umide risultano degradati o frammentati perdendo la loro capacità di fornire i tradizionali servizi ecosistemici. Fattori estrinseci di pressione quali il consumo sconsiderato del suolo ad uso agricolo o industriale, l’inquinamento superficiale o profondo delle falde e dei bacini idrografici continuano ad esercitare una forte e negativa pressione sulla biodiversità nazionale tanto che, a livello di flora, sono 1020 (circa il 15% del totale) le specie vegetali superiori minacciate di estinzione. Va ancora peggio per le piante inferiori in quanto il 40% di alghe, muschi, licheni e felci sono in pericolo. Al di là di quanto esplicitato sopra, mi pare giusto approfondire anche l’ambito legislativo sulla tutela della biodiversità . Rete Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione , tutela e mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. Trattasi di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione ai sensi della direttiva 92/43/CEE “Habitat” e costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC) identificati dagli stati membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC) comprendenti anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”. Queste aree che compongono la rete Natura 2000 non sono però riserve rigidamente protette ove le attività sono escluse in quanto la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche in debito conto le esigenze sociali, culturali nonché le articolarità regionali e locali (Art. 2) .
Questa Direttiva riconosce quindi il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra le attività antropiche e la natura (per esempio a molte aree agricole sono legate specie animali e vegetali oramai rare, minacciate o a distribuzione regionale marginale) per cui è necessaria ai fini della loro sopravvivenza, la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali quali il pascolo e l’agricoltura non intensiva. Detto questo e dato che la biodiversità animale, vegetale ed ecosistemica in generale è uno degli obiettivi che ogni responsabile del bene pubblico deve porsi come fondamento prioritario sono felice di portare ad esempio ed all’attenzione del lettore il PROGETTI LIFE PRIMED avente lo scopo di analizzare e ripristinare lo stato di conservazione degli habitat prioritari mediterranei e, in particolare, degli “Stagni Temporanei Mediterranei” e delle specie animali e vegetali che in essi trovano dimora. Giovedì 20 dicembre si terrà presso la Sala Aranciera dell’Orto Botanico (Roma) la conferenza stampa ed il seminario di presentazione del progetto Life Primed inerente il ripristino ecologico del Bosco di Palo Laziale (SIC IT6030022, Rete Natura 2000).
Un progetto innovativo, il cui investimento da oltre un milione di euro è per ¾ finanziato dalla Commissione Europea attraverso il Programma Life e condotto, fra gli altri, dal Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università Sapienza di Roma e dall’ Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’innovazione in Agricoltura (ARSIAL). La presentazione del progetto alla presenza di esperti del settore ha il fine da una parte di arrestare il declino di ambienti come le pianure alluvionali del bacino del Mediterraneo ad oggi fragili ma così sorprendentemente ricche di biodiversità e dall’altra di creare una spazio di riflessione relativo alla diffusione di questo “modello conservazionistico” in altre aree costiere del Mediterraneo.
DI Andrea Casarini