Il collegio dei Probiviri del M5S ha espulso dal Movimento i senatori Gregorio De Falco e Saverio De Bonis, e gli eurodeputati Marco Valli e Giulia Moi. Lo comunica il blog delle Stelle in un post. Per il senatore Lello Ciampolillo il collegio dei probiviri ha optato per il richiamo.
Le decisioni sulle 4 espulsioni e un richiamo sono state adottate dal M5s “per tutelare la comunità del Movimento”. E’ quanto si legeg sul blog della Stelle. ”Le motivazioni dei singoli provvedimenti disciplinari sono state inviate ai diretti interessati. Queste decisioni -sottolinea il Blog- sono atte a tutelare la comunità del Movimento 5 stelle, che si riconosce nei suoi valori e nel rispetto delle regole”.
Nessuna intenzione di rivedere la regola del secondo mandato. Lo assicurano fonti qualificate M5s a proposito della norma che prevede per i parlamentari l’obbligo di non candidarsi una volta concluso il secondo mandato da eletto. L’ipotesi non sarebbe nemmeno sul tavolo, assicurano le stesse fonti, definendola una ‘fake news’ anche se tra i 5 stelle c’e’ chi non nasconde di essere tentato da tale cambiamento che sarebbe significativo nelle regole pentastellate. Ciclicamente, il dibattito si e’ acceso su questa possibilita’ e qualche mese fa c’era, specie tra i senatori 5 stelle, chi ventilava l’idea di fare degli opportuni distinguo tra gli eletti a livello nazionale e quelli a livello locale. Anche su Facebook la discussione non si placa e gli ex attivisti M5s che si firmano Occupypalco (perche’ nel 2014 occuparono il palco di Italia 5 stelle al Circo Massimo per chiedere piu’ democrazia) attaccano cosi’: “Piano piano nel tempo demoliranno tutti i valori per cui molte persone hanno lavorato, permettendo al Movimento ad essere il primo partito in Italia. La verita’ e’ figlia del tempo”. Ma Luigi Di Maio, capo politico di M5s, ha sempre sostenuto che tale norma non sara’ modificata anche perche’ l’idea portata avanti dal Movimento delle origini e’ sempre stata quella di evitare che i 5 stelle possano diventare politici di professione e possano ‘affezionarsi’ alle poltrone, in primis del Parlamento.