Il Bari cade dalla Torre del Greco

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Scacco alla regina, dunque. La Torre corallina ha dato scacco alla regina Bari. Era la “partita”. Fatte le debite proporzioni, una Italia Germania cinquant’anni dopo. E chi lo doveva dire al Bari che, un giorno lontano nel corso della sua storia, avrebbe giocato una partita di cartello, in serie D, con la Turris? Una di quelle partite che, relativamente all’umiliante torneo che il Bari sta disputando, racchiudeva pathos, attesa adrenalinica e alte motivazioni, senza dimenticare la pressione ed il “pompaggio” provocato da Torre del Greco nel web. Una gara che non sarebbe stata decisiva ma di alto livello di importanza, la sfida “clou” dell’intero torneo. Partita dove la Turris era obbligata a vincere per continuare a coltivare sogni complicati, ed il Bari chiamato a stabilire chi era la squadra più forte nel girone, crocevia per il proseguo del campionato del Bari. Vincere qui avrebbe permesso ai baresi di chiudere virtualmente la pratica promozione, pareggiando avrebbe mantenuto le debite distanze. Tra l’altro quelli della Turris che al “Liguori” sono un caterpillar senza sconti alcuni, in settimana, attraverso i vari social e le voci dei dirigenti mostratisi parecchio spavaldi e presuntuosi, hanno fatto di tutto per scaldare e caricare l’ambiente con la solita punta di provocazione. Ma anche una Turris senza i suoi uomini più forti e rappresentativi, Aliperti ed il bomber Longo le cui assenze non si sono fatte sentire. Tra l’altro le squadre avversarie già giocano al mille per cento contro il Bari, se poi vengono a mancare i loro giocatori più in vista, ci mettono il diecimila per cento

Un confronto che ha evidenziato il valore dei corallini, i secondi a frenare la cosa dei biancorossi di Cornacchini che si son dovuti arrendere ai colpi dei campani che pure non hanno avuto molter occasioni da rete. Del resto, un anticipo della loro forza lo si intravide nella gara di andata allorquando la Turris disputò una gara maiuscola nonostante la clamorosa occasione sprecata da Brienza che mandò un pallone sulla trasversa nel finale di gara.

Il Bari col blasone e con una rosa di prima scelta che si ritrova e che perde in serie D è sempre una notizia da prima pagina, così come è stato a Cittanova, una sconfitta che è destinata a lasciare il segno anche psicologicamente, a far discutere, una sconfitta che cancella tranchant la “manita” contro l’Igea Virtus dove il Bari è apparso in netto progresso rispetto alle ultime uscite. Intendiamoci, non è la fine del mondo, però guai a far finta di nulla. Sottovalutare il risultato sarebbe un grosso errore anche perché è proprio dalle cadute che si impara e dalle difficoltà ci si fortifica. A patto, però, che la squadra barese ritrovi lo smalto del girone di andata quando faceva tabula rasa contro qualunque avversario, anche nei pareggi conseguiti.

La vittoria della Turris ci sta tutta, il Bari nel secondo tempo ha fatto molto poco per vincere, ha macinato chilometri più del Bari, ha commesso meno errori al cospetto di una prestazione scialba barese, una sconfitta figlia degli errori singoli. Un Bari dal quale si aspettava un segnale forte per il campionato ed invece ha perduto.

Marfella in porta, senza alcun terzino di ruolo, da destra Mattera Cacioli Di Cesare e Quagliata in difesa, Langella e Bolzoni a centrocampo, da sinistra Floriano, Brienza e Liguori dietro Simeri.

Primo tempo nervoso, spezzettato ma di marca barese che è riuscita a produrre un paio di occasioni nitide da rete con Simeri che da solo davanti al portiere corallino si fa sfilare il pallone dallo stesso portiere nel momento di tirare, quindi ancora Bari che con Di Cesare da posizione defilata tira in porta ma Casolare gli dice di no. Quindi al 15’ magia di Brienza che dal limite, dopo un’azione personale, sferra un tiro che va sbattere sull’incrocio dei pali e sulla ribattuta Simeri tira sull’esterno della rete. Poteva essere l’occasione per passare in vantaggio. Curioso che Brienza ha preso due traverse una all’andata ed una oggi. Insomma un primo tempo dove il Bari ha costruito di più mentre la Turris ha manovrato meglio il pallone pur senza tirare in porta tranne che con Guarracino al 1’ minuto solo davanti a Marfella ma il portiere barese gli ha respinto con le gambe il pallone. Quindi ha provveduto a limitare i danni.

Il secondo tempo è, invece, di marca torrese anche se Simeri al 1’ minuto si fa saltare dal portiere corallino mentre sta concludendo in rete.

Cornacchini prova a mettere brio in campo cambiando gli esterni  Liguori e Floriano per Neglia e Piovanello ma il risultato non cambia, anzi peggiora la situazione in quanto è sempre la Turris a spadroneggiare a centrocampo. Il Bari fa troppo poco, fa fatica a far filtro a centrocampo porgendo la guancia ai campani. E al 60’, il proverbiale metallo si rompe: sugli sviluppi di una ennesima maledetta punizione, dopo che Marfella respinge il pallone, arriva Riccio che fa gol. Il Bari, così, dopo aver dettato legge nel primo tempo si trova ad inseguire. Ci prova allora Iadaresta e Pozzebon per Bolzoni e Simeri per sfruttare i centimetri ma i cross non arrivano anche se Pozzebon di testa all’ultimo secondo sbaglia un gol colpendo male il pallone di testa. Gli errori continuano imperterriti e allora ecco che il finale di marca barese serve a poco ai fini del pareggio. Il Bari così perde la seconda trasferta di fila, una sconfitta sulla carta preventivabile, e che deve far riflettere molto anche perché la Turris, che con ogni probabilità vincerà la gara contro il Rotonda, si porterà a meno sei dal Bari. Una delusione, dunque, ci si aspettava di vedere la forza del Bari contro la Turris, la forza dei dodici punti di distanza ma ancora una volta, al cospetto di una partita dal coefficiente di difficoltà alto, è venuto meno. Sicuramente Cornacchini, coi suoi cambi, ci ha messo del suo. Un Bari lento e prevedibile che non ha imposto il gioco che, di fatto, ce lo si aspettava. L’esclusione di Hamili, il giocatore più continuo per dinamismo e per continuità, su campi come quello della Turris, sicuramente sarebbe servito, perché non farlo giocare?

Si è vista tanta lentezza, tanto pressappochismo e scarsa gestione del pallone. Il Bari ha peccato più di presunzione che di mancanza creativa di qualità e di manovra, ma dal punto di vista dello spessore in campo è venuto meno. E adesso tutto si complica maledettamente dal momento che la squadra campana dovrà affrontare il derelitto Rotonda nel recupero di mercoledì prossimo dove, verosimilmente, ne uscirà vincitrice così da distare dal Bari di solo sei punti.

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