“Burattino”, Verhofstadt attacca Conte

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Dura contestazione per il premier italiano a Strasburgo. Il capogruppo dei Liberaldemocratici nel Parlamento Europeo, Guy Verhofstadt, ha infatti attaccato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso della seduta plenaria: “Per quanto tempo ancora sarà il burattino mosso da Matteo Salvini e Luigi Di Maio?”, ha chiesto al premier il politico belga, in un discorso pronunciato interamente in italiano.

“Il governo italiano ha impedito all’Ue di essere unita contro Nicolas Maduro e di riconoscere Juan Guaidò. Lo sa bene perché, perché” siete “sotto la pressione del Cremlino, questa è la verità”, ha aggiunto il capogruppo dei Liberaldemocratici. “Per questo bisogna dire basta alla regola dell’unanimità nel Consiglio il più velocemente possibile” nelle materie di politica estera, ha sottolineato.
E ancora: “Ho paura della recessione dell’economia” italiana, “perché il vostro governo” mette in pratica “solo la tattica per farvi rieleggere con regali e debiti. Questa è la verità“, ha tuonato Verhofstadt nel discorso più duro tra quelli finora pronunciati dai capigruppo che hanno chiesto la parola. Proprio con l’Alde guidata dal politico belga il Movimento Cinque Stelle provò, a metà legislatura, a trovare un accordo per confluirvi, tentativo che poi non andò a buon fine.

LA RISPOSTA DI CONTE – In serata Conte va al contrattacco e risponde a Verhofstadt: “Addirittura – dice in Aula a Strasburgo – un capogruppo ha detto ‘burattino’ a chi rappresenta il popolo italiano: non lo sono e non mi sento un burattino. Sono orgoglioso di rappresentare la voglia di cambiamento del popolo italiano e orgoglioso di sintetizzare” le posizioni di questo governo. Un governo che “non è burattino, perché non risponde a lobby, gruppi di potere e comitati d’affari. Forse lo è chi risponde” a lobby e comitati d’affari, conclude.

IRA SALVINI E CINQUESTELLE – “Che alcuni burocrati europei, complici del disastro di questi anni, si permettano di insultare il presidente del Consiglio, il governo ed il popolo italiano è davvero vergognoso. Le élite europee contro le scelte dei popoli. Preparate gli scatoloni, il 26 maggio i cittadini finalmente manderanno a casa questa gente”. Questa la replica del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, alle parole del leader dei liberali dell’Alde.

Duro anche il M5S: “Non basta saper parlare in italiano per essere amici del popolo italiano. L’intervento al Parlamento europeo di Guy Verhofstadt è stato offensivo e privo di contenuti. Non accettiamo nessuna lezione da chi, come dimostra uno studio commissionato da tre ong europee Friends of the earth Europe, Corporate Europe Observatory e LobbyControl, è a libro paga di multinazionali e comitati d’affari. Verhofstadt stesso ha dichiarato di far parte di sette fra Comitati e consigli di amministrazione. Chi è allora il burattino?”, chiede in una nota la delegazione al Parlamento europeo del Movimento 5 Stelle.

BOTTA E RISPOSTA CON L’EURODEPUTATO PD – Ma non c’è solo Verhofstadt. Scambio dialettico duro anche con l’eurodeputato del Pd Daniele Viotti, relatore sul bilancio Ue, che ha attaccato il premier Giuseppe Conte. “Le leggo alcuni numeri – ha attaccato Viotti – Moavero, 8 su 19; Toninelli 3 su 4; Salvini 4 su 4. Queste sono le assenze dei ministri alle riunioni del Consiglio. Non siete mai presenti alle riunioni: chiedete scusa ai cittadini italiani. L’Italia ha bisogno di un governo presente in Europa. Questa è la giustificazione che doveva dare oggi, invece non siete mai presenti”.

“Mi è stato detto – ha risposto Conte – che il mio governo non sarebbe rappresentato al tavolo del Consiglio. La grammatica dice che un governo è rappresentato anche da un sottosegretario e un delegato”. Conte ha poi definito Viotti “esponente di un partito che non ha presidiato adeguatamente per l’Ema e ne paghiamo ancora le conseguenze”.

Battibecco anche con la capodelegazione Pd Toia sulla citazione di Moro fatta da Conte, che ha suscitando reazioni da parte di alcuni eurodeputati centristi. Lo statista di Maglie, ha ricordato Conte, “sosteneva che ‘nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel Mediterraneo'”.

Gli ha risposto la dem Patrizia Toia: “Moro leggiamolo tutto. Lui non avrebbe mai fatto quello che abbiamo fatto noi” nel Mediterraneo, ha detto l’eurodeputata lombarda. Per il portoghese del Ppe Paulo Rangel, giurista e uomo politico del Partito Socialdemocratico (in Portogallo è un partito di centrodestra), “è un peccato che il governo non onori la memoria di Aldo Moro con il suo europeismo e la sua dedizione alla causa europea: non basta citare Moro a proposito del Mediterraneo, bisogna citarlo a proposito dell’Europa”, ha concluso.

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