Un grande Bari sbatte sul muro dell’Acireale

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Occorreva dare la sterzata decisiva dopo la vittoria di Locri, voleva dire fare un altro passo importante verso la promozione ma, complice la vittoria della Turris a Cittanova ed il pareggio di oggi contro l’Acireale, il vantaggio si è assottigliato di due punti. E, comunque, per la volumetria di gioco espressa oggi, soprattutto nel secondo tempo, si può dire con assoluta certezza che il Bari si è risvegliato dal torpore che lo ha colpito per un breve periodo.

Occorreva dare la sterzata decisiva dopo la vittoria di Locri, voleva dire fare un altro passo importante verso la promozione ma, complice la vittoria della Turris a Cittanova ed il pareggio di oggi contro l’Acireale, il vantaggio si è assottigliato di due punti. E, comunque, per la volumetria di gioco espressa oggi, soprattutto nel secondo tempo, si può dire con assoluta certezza che il Bari si è risvegliato dal torpore che lo ha colpito per un breve periodo.

Il Bari accoglieva i granata di Acireale al San Nicola nella venticinquesima giornata di ritorno e i galletti volevano confermare il risultato positivo ottenuto all’andata quando vinse rocambolescamente per 3-1 per proseguire la propria corsa verso la promozione. Ma di rocambolesco, stavolta, è stato il forcing biancorosso del secondo tempo che ha procurato numerose occasioni da rete mettendo alle corde gli acesi, meritando, di fatto, una vittoria sfumata.

Sole, giornata fredda e con il vento che sferzava come una lama, uno spicchio granata composto da circa cinquecento tifosi giunti dalla zona dei Ciclopi che hanno colorito lo stadio come mai nessuno c’era riuscito prima d’ora.

Non è stata una partita facile, per nulla proprio. Con il Bari del primo tempo ancora non propriamente in condizione, pochi i lampi e scarse le idee senza dimenticare la tanta imprecisione, lo sviluppo dell’azione farraginoso  con i difensori che forzano troppo le giocate lunghe, ad Hamlili e Bolzoni manca quella qualità giusta nel fraseggio e lì davanti preferiscono ricevere il pallone tra i piedi sviluppando poco movimento. Un cattivo primo tempo dal quale ci si aspettava ben altra prestazione in virtù dello spessore tecnico-qualitativo della squadra biancorossa che non dovrebbe mai permettersi, se non occasionalmente (visto che non si parla di marziani) partenze così irritanti, fallendo sistematicamente l’approccio alla gara proprio nel momento in cui c’è da distanziare definitivamente l’inseguitore. E questo terzo pareggio aumenta il rimpianto tra ciò che si sarebbe potuto fare e ciò che si è fatto. E se una squadra è chiaramente superiore a tutte, occorre dimostrarlo soprattutto in questi casi. Certo, se il Bari avesse vinto nessuno avrebbe gridato allo scandalo ma con quei 45′ minuti così insignificanti qualche dubbio sulla legittimità appaiono quanto meno leciti.

L’Acireale è avversaria tosta, terza in classifica non casualmente, con giocatori di qualità, ben organizzata e soprattutto motivatissima, reduce da un filotto niente male di vittorie consecutive per le quali, dunque, qualche grattacapo era lecito attenderselo, una squadra che aveva poco da perdere e che aveva voglia di stupire il San Nicola.

L’undici di Cornacchini è modulato dal solito 4-2-3-1. L’allenatore recupera Brienza e Floriano e manda in campo Marfella in porta, Quagliata, Mattera, Di Cesare e Bianchi in difesa, la coppia collaudata Hamlili e Bolzoni a centrocampo, Floriano, Brienza e Piovanello alle spalle di Pozzebon.

Pronti via si parte. Bari molto aggressivo anche se trova le solite difficoltà iniziali nel proporre gioco, e – si sa – per carburare ha bisogno proverbialmente di tempo, grazie anche ad un Acireale particolarmente attento a centrocampo ed in difesa, fatto sta che nei primi quindici minuti non si registra alcuna azione degna di nota, invero anche per gli acesi.

Il primo tiro è dell’Acireale al 18’ con un tentativo di Manfrellotti piuttosto schiacciato terminato al lato di Marfella. E’ la sirena che anticipa il gol. Al 20’ Manfrè, infatti, lo trova portando in vantaggio i granata siciliani con un tiro arcuato da dentro l’area di rigore. Forse si poteva fare qualcosa in più per evitarlo. Ma tant’è,

E’ un Bari “born to run” ultimamente ed anche oggi si trova a rincorrere, così come è accaduto contro il Marsala. Al 24’ è da segnalare l’unica occasione gol per il Bari confezionata da Quagliata per Pozzebon che, ricevuto il suo cross, ha tirato a due passi alto sulla traversa.

Il Bari sembra accusare il colpo tanto che è sempre l’Acireale a rispondere con ordine a centrocampo senza dare mai l’idea di arretrare.

Quando l’azione parte da Floriano, avulso per lungo tempo, tutto diventa più semplice come al 33’ quando lo stesso ex foggiano ha servito un taglio in area per Piovanello che, in fuori gioco, ha sfiorato il gol, ma tutto era fermo. Fuori Bianchi dentro Aloisi. Pur con poca precisione, si gioca ad una porta senza riuscire a bucarla. Un Bari che, tutto sommato, ha fatto davvero poco per meritare il gol grazie all’Acireale che ha saggiamente bloccato le fonti di gioco, Brienza e Floriano, così da rendere sterili le proposizioni baresi. Per contro, gli acesi hanno fatto un solo tiro in porta, il gol. Questo per amor di verità.

Secondo tempo e la musica cambia. Subito Simeri in campo al posto di Pozzebon, solita sostituzione prevista in questi casi. E il Bari inizia col piede sull’acceleratore sembrando più tonico e propositivo anche se il risultato non cambia, l’Acireale respinge con ordine.

Attacca il Bari a testa bassa e al 60’ in confusione spreca un’occasione per pareggiare prima con Brienza e poi con Simeri che costringono agli straordinari al portiere siciliano. Solo Bari nel secondo tempo che cerca il pareggio che appare, a questo punto, meritato. Ci prova allora, Di Cesare che trova il tempo su un corner ma il pallone termina di un soffio al lato. Bari ultra offensivo con Iadaresta per Bolzoni, alla ricerca di una testa per colpire. Ed è proprio grazie alla testa di Iadaresta al 72’ che il Bari pareggia su un cross preciso di Brienza, un gol meritato assolutamente e che fa raccogliere al Bari quanto seminato anche se le clamorose occasioni devono ancora venire.

Fuori Floriano dentro Neglia, mossa di Cornacchini per provare a vincere la gara. Si diceva di occasioni gol mancate ed è davvero incredibile quella capitata a Simeri su cross di Quagliata dalla sinistra quando Piovanello gli schiaccia di testa il pallone sui piedi mangiandosi letteralmente il gol prima calciando la sfera sul braccio di Gambuzza che si sostituisce al portiere respingendo il pallone col braccio sulla linea, e poi sulla ribattuta calciandolo sul palo. Brienza si fa espellere per una trattenuta e al 93’, su un cross scaturito da un calcio di punizione, Di Cesare colpisce un altro palo. La gara termina qui con il Bari che recrimina come non mai, una gara che avrebbe strameritato di vincere tenuto conto anche di almeno un paio di rigori netti negati dall’incerto arbitro di Cesena.

Un Bari che ha convinto più nel secondo tempo dove ha mostrato tutta al sua forza con Brienza che ha illuminato il gioco da giocatore da serie A, ma forse è mancata la fortuna. Tuttavia è arrivato solo un pareggio che è parente lontanissimo dei pareggi fin qui ottenuti in casa dove il Bari giocò maluccio: oggi è stata un’altra storia. Forse occorreva stare più attenti e propositivi nel primo tempo, ma si sa che nel primo tempo è difficile vedere un grande Bari, anzi, pare che se non subisce un “ceffone” non reagisce. Ma si sa che coi se non si va da nessuna parte. Ci han provato tutti ma la palla non ne ha voluto saperne di entrare.

Questa di oggi era la prima di due partite importanti, significative, prima della sosta del dieci marzo che avrebbe potuto dire molto in termini di risoluzioni. Son tutte finali fino alla fine e non bisogna abbassare la guardia, c’è l’entusiasmo che aiuta alla causa e, dunque, occorre proseguire su questa strada.

Massimo Longo

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