“Il lavoro non deve perdere la dignità”

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Mattarella alla Festa del Lavoro: Cerimonia al Quirinale presieduta dal presidente Sergio Mattarella per celebrare la Festa del Primo Maggio. Mattarella lancia il suo monito in difesa delle condizioni di precarietà in cui versano i lavoratori italiani, spronando al rispetto dei loro diritti

di Monica Montanaro

L’appuntamento annuale del Primo Maggio, in cui ricorre la Festa del Lavoro in onore della moltitudine operosa dei lavoratori, è celebrata al Quirinale, al quale presenziano, oltre al padrone di casa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, anche una folta schiera di politici e personaggi di rilievo appartenenti ai vari ambiti istituzionali.

Come da consuetudine e prassi, il presidente Mattarella ha esposto il suo discorso dedicato alla questione delicata del lavoro e della classe sociale dei lavoratori, egli con tono accorato e con spirito intriso di solidarietà umana, ha dichiarato: “Nel giorno in cui si celebra il lavoro e si discute delle sue incalzanti innovazioni, desidero esprimere la mia vicinanza a quanti lo cercano e ancora non riescono ad ottenerlo, a chi lo ha perduto, a chi è occupato in modo precario o saltuario, a coloro i quali lavorano con una retribuzione insufficiente per sostenere se stessi e le proprie famiglie”.

Il discorso letto con empatia dal capo della Stato, soprattutto nei passaggi in cui indugia sulla commemorazione delle molte vittime sul lavoro, le cosiddette “morti bianche”, che costantemente continuano a verificarsi, attirando l’attenzione sulle condizioni di alta precarietà, oltre che dal punto di vista salariale, anche da quello della sicurezza, ancora esistenti nella contingenza attuale, del XXI secolo.

Mattarella ha esordito, affermando: “La festa del Primo Maggio è una festa della Repubblica e della Costituzione, la quale indica nel lavoro un fondamento di civiltà, condizione di autentica libertà personale, di autonomia delle persone nella costruzione del proprio destino”. Il presidente ha proseguito: “Senza lavoro rimane incompiuto il diritto di cittadinanza. La nostra Carta Costituzionale riconosce il lavoro come bene sociale e impone alle istituzioni, a tutti i livelli, di compiere ogni sforzo per ampliare le opportunità occupazionali, per rimuovere le cause degli squilibri tra territorio, per accrescere le conoscenze, le competenze, gli investimenti necessari a uno sviluppo sostenibile. E’ un dovere pubblico, sancito dalla Costituzione, per garantire la piena occupazione, una sfida costante a cui tendere”.

Mattarella da buon padre della Patria, lancia i suoi moniti preziosi: “Il tasso di occupazione registra in Italia un segno positivo, me è comunque a un livello che non ci può soddisfare. Il lavoro è carente in larghe aree del paese, e le conseguenze di questa condizione sono gravi”. Il capo dello Stato denuncia la situazione sperequativa che grava sulle donne nell’ambito lavorativo, rammentando: “Per l’insufficiente occupazione femminile, occorre ridurre lo scarto che le penalizza in termini di posti di lavoro, di differenza salariale, di possibilità di carriera, è un assoluta necessità”. Inoltre, il presidente ha evidenziato l’imprescindibilità di ancorarsi al principio di “dignità che il lavoro non deve perdere”.

Il testo letto dal presidente Mattarella contiene il passaggio importante sul tema dell’economia, che vuole rappresentare uno sprone all’opera del governo attualmente in carica: “L’economia italiana, come del resto quella europea, si trova ad affrontare una congiuntura debole. Le incertezze derivanti da vari fattori internazionali hanno costretto a una revisione al ribasso delle previsioni di crescita. a questa condizione sfavorevole, si aggiunge il peso del debito pubblico, che impone cura ed attenzioni particolari per rafforzare la fiducia degli investitori e per tutelare il risparmio degli italiani”. Mattarella denuncia, altresì, un’ulteriore fattore di impedimento alla crescita e allo sviluppo economico, che coinvolge, direttamente, la classe dei lavoratori: “Le tasse sui redditi da lavoro in Italia sono tra le più alte dei Paesi sviluppati”.

Il presidente Mattarella, rivolge delle parole di supporto indirizzate alla fasce giovanili, invitando loro “a non scoraggiarsi”, – ed aggiungendo –  “un saluto particolare a quanti si ritroveranno oggi per il tradizionale concertone di Piazza San Giovanni a Roma”.

Il capo dello Stato Mattarella, non poteva non menzionare la parte debole ed esclusa della società, ovvero tutte le persone più svantaggiate che versano in uno stato di povertà acclarata, le quali pur di lavorare finiscono invischiate in rapporti di lavoro rappresentanti “forme di sfruttamento che rasentano la schiavitù e che non è possibile tollerare” ha esortato Mattarella. “Non possiamo chiudere gli occhi davanti a condizioni inumane a cui vengono costretti talvolta i lavoratori più deboli”.

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