Dopo la certezza di tornare tra i professionisti, il Bari si recava nella Locride per la seconda volta per incontrare il Roccella al “Nietto Muscolo” che, a sua volta, cercava una posizione migliore per affrontare i playout. Una passerella per sancire la forza preponderante del Bari per non lasciare nulla di intentato al caso, così da dare regolarità al campionato, al pari di come ha impostato la gara contro il Rotonda. E già, perché il rischio, anche stavolta, era quello di un fisiologico calo di concentrazione. Un Bari a cui il risultato serviva solo per una questione statistica, per il Roccella, invece, diversamente da quelle del Rotonda, le motivazioni erano di un coefficiente inferiore in quanto la squadra calabrese, ottenuta la matematica partecipazione ai playout, essendo messa molto male, rischiava la retrocessione diretta ed invece domenica scorsa a Cittanova ha ottenuto la certezza di disputare i playout. Il loro obiettivo, dunque, era quello di ottenere una posizione migliore nella griglia dei playout così da poter avere qualche presunto beneficio tecnico.
La squadra calabrese ha dato del filo da torcere all’andata al San Nicola quando acciuffò il pareggio proprio sul gong con Amelio (lo stesso cecchino di oggi), mostrandosi tutt’altro che vittima sacrificale, disputando un bel match.
Cornacchini con gli uomini contati, con Brienza lasciato appositamente a riposo, con Floriano e Matera risparmiati e preservati da pericolose ammonizioni in vista della poule scudetto, e Simeri con la febbre alta beccata ieri sera, l’allenatore fanese, che ha paragonato l’annata del Bari ad una pastiera napoletana con tutti i tanti ingredienti ben amalgamati, (che una signora di Bari vecchia gli ha preparato) ha mandato in campo un 4-4-2 con Marfella in porta, Aloisi, Di Cesare, Cacioli e Quagliata in difesa, Neglia, Feola, Hamlili e Liguori a centrocampo, Iadaresta e Pozzebon in attacco.
Una gara di sostanza, poche le bollicine, quasi tutte dopo il gol di vantaggio roccellese, come ormai ci ha abituato il Bari, che ha fatto da corollario ad un primo tempo solido. Una squadra umile, contaminata da qualche timida personalità, poco coraggiosa che occupa bene il campo ridotto di Roccella ma che quasi mai riesce a sviluppare un gioco armonico, tra i soliti errori tecnici, tra la volontà di cercare subito gli attaccanti baresi verticalizzando freneticamente e, non dimentichiamo, anche perché c’è un avversario di fronte che cerca, oltre alla vittoria della vita, anche punti per posizionarsi meglio nella griglia dei playout.
Il primo tempo riserva poche emozioni, ci vuole il solito episodio per smuovere il pantano della gara, ed eccolo servito su un piatto d’argento grazie ad una punizione per il Roccella abilmente trasformata da Amelio che illumina il match, punizione ottimizzata in gol al 41’, l’ennesima punizione subita dal Bari dalla quale, quest’anno, è maturato un gol Bari, forse troppe oggettivamente. E’ sempre stata bravura dei giocatori deputati alla battuta? O forse qualche responsabilità del portiere, sia nel parare la palla, sia nella composizione della barriera, è da tenere in considerazione? La verità sta nel mezzo.
La gara è povera, le due squadre cercano di fare la partita ad intermittenza senza mai risultare pericolose tranne che con qualche tiro dalla distanza sia del Roccella che del Bari i cui tiri, forse, risultano decisamente i più pericolosi, conclusioni tutte di Neglia che sfiorano il palo di Scuffia. E a poco serve la fisicità dell’attacco barese con Pozzebon e Iadaresta che ricevono pochi palloni giocabili.
La produzione offensiva biancorossa, tuttavia, è scarsa e il centrocampo è ad andamento lento, gli esterni fanno fatica a produrre qualità, pochi i cross, forse la stanchezza di questo torneo si fa sentire in tutto il suo dannato splendore. Il vento, da parte sua, ci mette del proprio a deviare le traiettorie giuste.
Cornacchini predica calma e pazienza ai suoi, aspettando l’attimo giusto per colpire evitando di scomporsi. Ma il Bari non c’è, sembra non entrato ancora in campo, subisce il gioco del Roccella che è comunque sterile, senza mai infierire e senza mai mettere il muso in area calabrese.
Ci prova Mutti per uno spento Pozzebon, poi Quigliata per Nannini ma i risultati non cambiano di tanto.
Ma a rendersi pericoloso è ancora il Roccella con Mbaye, di sinistro, con un tiro pericoloso ma Marfella è lì pronto a parare in due tempi.
Il Bari cerca di trovare un episodio, unica combinazione che potrebbe farlo pareggiare dal momento che il gioco e le geometrie scarseggiano, e con un cross di Neglia, Iadaresta non riesce a staccare pur cercando il palo lontano senza trovarlo. E al 63’ ecco l’episodio fortuito con cui il Bari trova il pareggio con Feola che raccoglie un suggerimento di Iadaresta bravo a prolungare un cross di Langella in area calabrese. E’ il primo gol del centrocampista.
Il Bari respira, prova a far valere il proprio blasone cercando quel coraggio che, dopo un gol, dovrebbe crescere man mano che passa il tempo ed invece, tranne che per un ennesimo tiro di Neglia terminato di un soffio al lato, non riesce ad esprimere il proprio gioco, anzi lo subisce.
Il Roccela copre bene le zone del campo lasciando al Bari una manovra bolsa e ferruginosa che si sintetizza con qualche cross in area mal sfruttato dalle teste di Iadaresta e di Liguori.
E al 92’, in pieno recupero, ecco l’episodio che mai si dovrebbe e si vorrebbe vedere in un campo di calcio: su un cross di un giocatore calabrese, Di Cesare respinge il pallone con la spalla e con le braccia, dietro, attaccate al corpo ma l’arbitro vede un fallo di braccia e concede il rigore, rigore che Pizzutelli realizza raso terra nell’angolino. Tra l’altro anche l’allenatore e tutta la squadra calabrese ha ammesso che si è trattato di un regalo generoso. Un vero peccato perdere così una partita, ma si sa che gli arbitri, quest’anno, non hanno mai regalato nulla al Bari anche perché, complice la TV, la visibilità che proponeva il Bari in serie D e le dirette, han voluto mettersi in evidenza con decisioni molto discutibili. Ciò non toglie la brutta partita offerta dalla squadra barese, sia inteso. Per fortuna è finita, a questa categoria si dà l’addio, si spera, definitivamente.
Cornacchini a fine gara si è mostrato molto dispiaciuto per il risultato ottenuto: “Sono dispiaciuto perché il Bari non è stato trattato bene, il rigore non c’era, abbiamo perso la gara immeritatamente, i ragazzi si sono impegnati e non meritavamo la sconfitta. Abbiamo subito, quest’anno, ben sette rigori, troppi oggettivamente, sono amareggiato, mi dispiace perché è finita in questa maniera, tutti i ragazzi mi dicono che il rigore non c’era. I tifosi sono encomiabili, noi prepariamo le gare in tutti in particolari ma, poi, il tutto viene vanificato da decisioni discutibili. Non meritavamo questo risultato”.
Ed ora sotto con la poule scudetto contro il Picerno e la vincente dallo spareggio tra Lanusei e Avellino.
Massimo Longo