Aldo Patriciello candidato al Parlamento Europeo

Politica

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Onorevole Patriciello, qual è il bilancio della sua attività di parlamentare Europeo?

Sono un eurodeputato uscente e nuovamente candidato per Strasburgo.

L’essere stato riconfermato più volte, è segno che il lavoro svolto nel difendere l’Italia e il Mezzogiorno in particolare, sia stato apprezzato. Questi attestati di fiducia e di stima sono però anche una responsabilità: so di avervi tenuto fede come membro di commissioni importanti per l’industria, la ricerca, l’energia, l’ambiente e la sanità pubblica, ma considero il mio lavoro un impegno da proseguire.

Come giudica l’attività della Commissione Europea in termini di politiche economiche?

Come un volano di sviluppo, su cui bisogna impegnarsi da diverse prospettive tenendo sempre presente le priorità, le normative, ma anche i dati. E sono quelli a dirci che l’intera Unione Europea merita una politica economica che faciliti l’occupazione e rilanci l’economia dei Paesi membri: i cambiamenti sono necessari e questa tornata elettorale rappresenta l’occasione giusta per portarli avanti.

Dopo la Brexit e l’emergere di forze politiche sovraniste l’Unione Europea è destinata a fallire?

I problemi e i punti interrogativi sono diversi ma se il rebus della Brexit impone una riflessione, il fronte sovranista richiede una presa di coscienza: affidarsi a loro significa indebolire la posizione italiana. Se si vuole difendere il nostro Paese, se si vogliono difendere i diritti e le potenzialità del Mezzogiorno intero, bisogna difendere l’Europa perché non c’è nulla di più identitario della nostra storia comune. La prima sfida di queste elezioni è farlo capire agli elettori.

Come risponde a chi contesta l’Unione Europea? Come si pone riguardo ai temi dell’immigrazione e della integrazione dei profughi? Cosa può fare l’Europa per aiutare l’Italia nelle politiche di accoglienza?

L’Unione Europea sta attraversando un momento decisivo: le sfide in atto sono diverse e importanti. La storia ci insegna che l’Europa ha già vissuto momenti di grande difficoltà ed è sempre riuscita a trovare la forza e l’unità per andare avanti.. di fronte a tanti problemi mi domando come sia possibile che qualcuno faccia credere ai cittadini che l’Italia possa risolvere queste sfide globali da sola. Si tratta di problemi collettivi a cui non si può dare più una risposta individuale. C’è bisogno di  una visione strategica a lungo termine  ma anche di ascoltare e lavorare insieme perché gli obiettivi da raggiungere ci riguardano tutti.

Quali speranze può nutrire il Mezzogiorno d’Italia nei confronti dell’Unione Europea? Quali sono state le sue azioni e quali saranno le sue proposte?

Abbiamo sperimentato l’inefficacia di interventi d’emergenza o dettati da circostanze del momento, sappiamo che ci serve una strategia unificata, di un segnale di rottura con il passato, e lavoriamo in questa direzione. Serve un vero e proprio Piano Marshall per il Sud che nasca come scelta condivisa tra Unione Europea, Governo italiano e Regioni perché un Mezzogiorno periferia economica d’Europa non conviene a nessuno.

Un territorio che perde i suoi cittadini più giovani, è un territorio che perde presente e futuro. Il calo demografico riflette già da tempo un disagio profondo, prima di tutto occupazionale, a testimonianza che la questione meridionale è tutt’altro che risolta. I quasi due milioni di cittadini emigranti secondo le stime 2018 sono un dato allarmante: serve un piano di crescita strutturale e ben definito evitando gli errori del passato.

Pensando alle  infrastrutture, si parla molto della TAV, ma per il Sud di Italia non sarebbe necessario un piano straordinario di investimenti nel campo della viabilità, dei porti, dei trasporti?

Assolutamente si! Negli ultimi anni il Sud è sparito sempre di più dall’agenda politica del Governo non solo in termini economici, politici o sociali, ma anche in termini di infrastrutture, diventando periferia del Paese in senso non solo metaforico: la Tav di cui tanto parliamo, ad esempio, è un aspetto marginale di un problema più ampio che riguarda l’assenza di un piano strategico generale: basti pensare che la maggior parte del Mezzogiorno è esclusa dalle linee ferroviarie ad alta velocità, una  cosa  non solo grave ma del tutto inaccettabile.

Forza Italia, il suo partito di riferimento, appare in difficoltà nei sondaggi. Spera davvero in una possibile rielezione?

Forza Italia è in piena salute e rappresenta il vero baluardo del centro destra. I moderati, i cattolici e i liberali sanno che Forza Italia è la loro casa e che a loro chiediamo sostegno, per loro lavoro e continuerò a lavorare una volta eletto.

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