La Sicilia che ci sarebbe stata se fosse diventata americana

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

Di

 by Augusto Cavadi

Ricordate il meccanismo – rappresentato in due diversi film – delle porte girevoli (sliding doors) ? Una donna ha davanti due strade: la sua vita avrà un corso se ne percorrerà una, un corso completamente differente se ne percorrerà un’altra. Ciò vale per gli individui, ma anche per i popoli. Al termine della Seconda guerra mondiale la Sicilia aveva due strade: diventare il quarantanovesimo stato degli Stati Uniti d’America o, più realisticamente, restare una regione italiana (sia pur dotata di uno Statuto speciale). Sappiamo com’è andata. Il romanzo di fanta-storia Operazione Lure. Come la Sicilia divenne la 49sima stella USA, di Salvatore Parlagreco (Navarra, Palermo 2017, pp. 368 ) prova a raccontare come avrebbero potuto svolgersi le cose. Lo fa con uno stile letterariamente intrigante, a tratti avvincente, come si addice ai migliori triller polizieschi.

Il personaggio chiave è un giornalista che scende da Roma a Palermo per ritrovare un collega della stessa redazione che, in missione in Sicilia, ha fatto improvvisamente perdere le proprie tracce. La vicenda è, ovviamente, solo un pretesto per raccontare un contesto: la situazione culturale, sociale, politica ed economica di questa ipotetica Sicilia americana nel 2019. Sorpresa: è esattamente la situazione culturale, sociale, politica ed economica dell’effettiva Sicilia italiana nel 2017 ! Parlagreco lo fa dire a un personaggio della sua fiction: “la Sicilia italiana uguale in tutto e per tutto alla Sicilia americana. Una trovata ingegnosa, non c’è che dire” (p. 131).

In particolare è la situazione di un’area del globo dove regnano ancora ambiguità, doppi giochi, complicità: e la mafia. Una “mafia senza mafiosi”, forse: una “Cosa nostra” che è diventata una “Cosa nuova”. Insomma, una mafia che spara sempre meno non perché in difficoltà, bensì perché è diventata il nodo di una rete corrotta e corruttrice molto più ampia, più soffocante, più efficiente. Su questa analisi gli scienziati sociali si stanno confrontando: ma chi scrive romanzi non ha l’obbligo di argomentare le proprie intuizioni e può rischiare di colpire il bersaglio anche se approssimativamente, non proprio al centro. Dal punto di vista della risonanza etica nel lettore non cambia – non dovrebbe cambiare – molto: prevalentemente violento o prevalentemente corrompente, il sistema di dominio mafioso è comunque la palla al piede dell’isola mediterranea. Che i cinque anni della nuova legislatura regionale possano servire a scardinare tale sistema è una speranza del tutto legittima; forse, purtroppo, non altrettanto fondata.

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