Morlini si dimette dal Csm

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Si è dimesso dal Consiglio superiore della magistratura Gianluigi Morlini, uno dei 4 togati che si erano autosospesi la scorsa settimana. Morlini, ex rappresentante di Unicost e che presiedeva la commissione per gli incarichi direttivi, ha comunicato la sua intenzione con una lettera al vicepresidente del Csm, David Ermini, dopo che oggi è stata avviata nei suoi confronti l’azione disciplinare. Azione disciplinare che riguarda anche Antonio Lepre, Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli. Quest’ultimo si è dimesso da componente supplente della sezione disciplinare.
“Essendo stato proposto nei miei confronti un procedimento disciplinare, per senso di responsabilità istituzionale e per potere difendermi al meglio nelle sedi opportune, ritengo necessario presentare le mie dimissioni da Consigliere“, scrive Morlini a Ermini. “Nel clima mediatico ormai creatosi, pochi sembrano volere distinguere e analizzare separatamente le diverse situazioni e le diverse responsabilità di tutti i soggetti che sono stati a vario titolo coinvolti in vicende tra loro del tutto diverse. Le dimissioni sono l’unico modo per tutelare l’Istituzione, anche se, in questo momento davvero terribile, ritengo umiliante essere accomunato a chi ha fatto anche solo alcune delle cose che si leggono” scrive il togato nella lettera in cui ha annunciato le dimissioni dal Csm.

Il mio unico errore è stato quello, una volta trovatomi al posto sbagliato nel momento sbagliato, di non avere immediatamente preso le dovute contromisure, andandomene ed astenendomi dal parlare di vicende consiliari”. Un “errore in buona fede che non può però far revocare in dubbio l’assoluta correttezza della mia storia personale e professionale, che ritengo tutti mi riconoscano, avendo sempre agito, nell’attività giurisdizionale ed in quella consiliare, in piena coscienza e autonomia, senza condizionamento alcuno”. “Siamo tutti consapevoli del terribile momento che sta vivendo l’Istituzione consiliare, e ciascuno di noi è quindi chiamato a fare quanto può per preservarla. Ciò posto – scrive Morlini – ribadisco innanzitutto di essere del tutto estraneo alle diverse questioni delle quali si è parlato sui media (vicenda Siracusa, Amara e Calafiore, rapporti con Centofanti, esposto del dottor Fava, reati di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento personale, biglietti per partite della Lazio ed incontri con Lotito, incontri a casa della sorella di un ex consigliere)”.

Continua Morlini: “So però di avere compiuto un errore dovuto a leggerezza: casualmente e in modo non programmato, in quanto invitato solo pochi minuti prima da un collega del quale mi fidavo, ho raggiunto a un dopocena alcuni magistrati consiglieri ed ex consiglieri del Csm; all’incontro – ricorda Morlini – è successivamente e per me inaspettatamente intervenuto l’onorevole Lotti, poi da me mai più visto né incontrato, senza che io lo sapessi o lo potessi prevedere; pur essendomi congedato prima che la serata terminasse, non mi sono immediatamente allontanato, nonostante tutti noi parlassimo di questioni consiliari”.

Tutte le decisioni relative alla nomina del procuratore di Roma, “sono state prese in piena coscienza e autonomia, senza condizionamento politico o esterno; e tali decisioni sono tra l’altro distoniche rispetto a pretesi accordi raggiunti al di fuori dell’attività consiliare, comportando per converso un forte momento di tensione con coloro i quali avrebbero partecipato a tali accordi”. “Anche la recente attività della quinta Commissione da me presieduta lo dimostra, atteso che non è stata fatta alcuna nomina ‘a pacchetto’; la stragrande maggioranza delle proposte è stata unanime; per la prima volta in assoluto nella storia del Csm – osserva Morlini – ci siamo poi, più volte, conformati al giudicato amministrativo di annullamento di nomine effettuate dal precedente Consiglio, ciò che in passato mai era accaduto”.

“Inoltre, la correttezza e l’indipendenza con la quale ho svolto il mandato consiliare è confermata anche dal comportamento successivo nell’ambito dei lavori di quinta commissione relativi alla proposta di nomina del Procuratore di Roma, posto che nelle riunioni del 21 e 23 maggio – ricorda Morlini – ho dapprima rigettato la richiesta di alcuni consiglieri di anticipare la votazione, e ciò al fine di potere analizzare il suggerimento del Comitato di Presidenza di disporre le audizioni dei candidati; ho successivamente votato a favore della richiesta del vicepresidente e del Comitato di disporre tali audizioni, pur se la richiesta è stata disattesa dal voto di altri; ho infine espresso nel merito il convinto voto a favore del candidato Giuseppe Creazzo, sostenuto sin dall’inizio della discussione della pratica pur nella consapevolezza della mia posizione minoritaria”.

Rischiano intanto il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale Luca Palamara e Stefano Rocco Fava, pm romani indagati a vario titolo dalla procura di Perugia. La prima commissione del Csm, a quanto si apprende, potrebbe già nei prossimi giorni avviare la procedura per il trasferimento d’ufficio. La prima commissione vaglierà anche la posizione di Luigi Spina, il togato che si è dimesso dal Csm perché indagato a Perugia. Ma il suo caso è diverso dagli altri due perché non è ancora rientrato in ruolo: il plenum straordinario del 4 giugno scorso ha infatti preso atto delle sue dimissioni e disposto il suo rientro alla procura di Castrovillari, ufficio dove svolgeva le funzioni di pm prima di essere eletto al Consiglio, iter che però non è ancora completo.

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