Arriva la criptovaluta di Facebook

Economia & Finanza

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“FACILE COME MANDARE UNA FOTO”SI CHIAMERA’ LIBRA

Si chiama Libra, ha una blockchain centralizzata e ancora il proprio valore a un paniere di beni reali stabili e molto liquidi. E’ la criptovaluta di Facebook e sara’ lanciata nel 2020.

Queste sono le sue caratteristiche. A COSA SERVE Libra: L’obiettivo di Libra – si legge nel documento ufficiale che descrive la moneta – e’ creare una “valuta globale e un’infrastruttura finanziaria” accessibile a “miliardi di persone. Blockchain e criptovalute hanno proprieta’ uniche che possono potenzialmente risolvere alcuni dei problemi di accessibilita’ e affidabilita'”. Tuttavia, lo sviluppo e’ stato “ostacolato” da “volatilita’ e mancanza di scalabilita'”. Fino all’arrivo di un gruppo che mette insieme quasi 2,4 miliardi di utenti: “Il mondo ha davvero bisogno di una moneta digitale affidabile e di un’infrastruttura che insieme possano portare avanti la promessa di una ‘Internet of money'”. 

LE CARATTERISTICHE DELLA BLOCKCHAIN: La Libra Association (l’entita’ che firma il documento) sottolinea le caratteristiche principali della moneta: “Si basa su una blockchain sicura, scalabile e affidabile; e’ supportata da una riserva di beni individuati per darle valore intrinseco; e’ governata da un’associazione indipendente”. Il software di “Libra Blockchain” e’ open source, perche’ “e’ destinato a rivolgersi a un pubblico globale”. Il white paper parla di “una nuova blockchain decentralizzata”: e’ chiara la volonta’ di sottolineare che Facebook non e’ l’unico a gestirla, ma resta una blockchain estremamente concentrata, nelle mani dei “partner” della Libra Association. Ed e’ lo stesso documento a confermarlo: quella di Librae’ una blockchain nella quale solo alcuni partner sono autorizzati a gestire un “nodo” per la validazione delle transazioni (permissioned blockchain). C’e’ quindi quell’intermediario che Bitcoin cerca di rimuovere. L’ambizione e’ aprire il sistema a chiunque (permissionless blockchain). Ma, si legge sul documento, “a oggi non crediamo che esista una soluzione in grado di fornire la portata, la stabilita’ e la sicurezza necessarie per supportare miliardi di persone e transazioni in tutto il mondo attraverso una rete priva di autorizzazioni”. Il documento gioca un po’ con le parole: sottolinea che si tratta comunque di una blockchain “aperta”. Nel senso che “qualsiasi consumatore, sviluppatore o azienda puo’ utilizzarla”. C’e’ quindi un’apertura piena all’utilizzo ma non alla gestione.

– COME FA Libra A ESSERE “STABILE”: Libra ambisce a essere una moneta digitale “a bassa volatilita'”, garantita da una serie di asset reali. Si tratta quindi di una “stablecoin”, il cui valore non e’ determinato dagli scambi e influenzato dal protocollo. L’ancoraggio e’ “la principale differenza tra Libra e molte criptovalute esistenti”: si poggera’ su delle “riserve” fatte di “bene reali”. Significa che la moneta tendera’ ad avere un valore intrinseco. In altre parole: e’ piu’ difficile che crolli da 100 a 50 in una manciata di giorni ed e’ quindi piu’ facile usarla per fare acquisti o convertirla in valuta di carta. Un po’ come avviene nei viaggi all’estero. Questi “beni reali” sono “un insieme di attivita’, come depositi bancari e titoli di stato a breve termine da banche centrali stabili e rispettabili”. Vista questa composizione, sottolinea il documento, c’e’ sempre un margine di fluttuazione: “Il valore di Libra in una valuta locale puo’ variare” proprio perche’ non sara’ pari a un dollaro o a un euro. Le riserve saranno gestite da una nuova entita’, Libra Reserve. E le attivita’ saranno detenute “da una rete distribuita geograficamente di enti con rating creditizio investment grade”, cioe’ superiore alla tripla B. Si tratta quindi di beni solidi (si puntera’ su Paesi con basso rischio default e inflazione ridotta) e allo stesso tempo liquidi, in modo tale da adattare velocemente le riserve alla quantita’ di Libra in circolazione. 

 LA GESTIONE DELLE RISERVE: Gli interessi maturati sulle riserve saranno utilizzati per coprire i costi del sistema, garantire basse commissioni di transazione, pagare dividendi agli investitori che hanno fornito capitali (cioe’ i membri della LibraAssociation) e sostenere ulteriore crescita. Mentre non e’ previsto alcun ritorno per gli utenti. Visto che si tratta di attivita’ a basso rischio, anche il rendimento sara’ ridotto. Le cifre inizieranno a quindi a essere consistenti se lo saranno anche riserve. Cioe’ se Libra sara’ adottata dagli utenti: un incentivo a che i partner si impegnino alla promozione del progetto. Ma da dove vengono le riserve? Da due fonti. La prima sono gli “investment token”, cioe’ i gettoni digitali che i partner comprano per far parte dei gestori della rete. Sul documento non e’ riportato il prezzo, ma secondo le indiscrezioni dei giorni scorsi ogni partner avrebbe messo sul tavolo 10 milioni di dollari. Per il resto, le riserve vengono alimentate dagli utenti, che scambiano Libra con le valute tradizionali. Le riserve cresceranno quindi quanto piu’ aumentera’ l’adozione. Perche’ non c’e’ altro modo di creare la criptovaluta se non convertire euro, dollari (o quel che sara’) in Libra. Insomma: una digitalizzazione del proprio denaro, che si aggrappa agli attori del sistema finanziario tradizionale: banche e agenzie di rating. – L’ASSOCIAZIONE ALLA GUIDA: La gestione e’ affidata alla Libra Association, un’organizzazione indipendente senza fini di lucro con sede a Ginevra, in Svizzera. E’ l’organo che stacca formalmente la moneta da Facebook, che resta uno dei partner. Lo scopo dell’associazione e’ coordinare la governance, favorire l’espansione della rete, gestire le riserve e sostenere l’inclusione finanziaria. Che poi vorra’ dire soprattutto promuovere Libra. Ne fanno parte, al momento, 27 soci fondatori tra aziende, Ong, fintech, venture capital e circuiti di pagamento: Mastercard, PayPal, PayU, Stripe, Visa, Booking, eBay, Facebook, Farfetch, Lyft, MercadoPago, Spotify, Uber, Iliad, Vodafone, Anchorage, Bison Trails, Coinbase, Xapo, Andreessen Horowitz, Iniziative innovative, Ribbit Capital, Thrive Capital, Union Square Ventures, Creative Destruction Lab, Kiva, Mercy Corps, Women’s World Banking. L’obiettivo e’ arrivare a cento membri entro la prima meta’ del 2020. La Libra Association e’ governata da un “Consiglio”, formato da un rappresentante per ogni “nodo di validazione” (i “centri” della blockchain che mettono il bollino qualita’ sulle transazioni). Le principali decisioni politiche o tecniche vengono votate e devono essere approvate con una maggioranza dei due terzi. L’obiettivo e’ rendere Libra sempre meno “dipendente dai soci fondatori”, in un percorso che dovrebbe iniziare “entro cinque anni”. Al momento pero’, i partner continueranno a guidare il percorso. E Facebook “dovrebbe mantenere un ruolo di leadership fino alla fine dell’anno”.

ZUCKERBERG BANCHIERE CENTRALE?: La Libra Association e’ l’unica entita’ che puo’ creare e distruggere moneta, cosi’ come gestire le riserve. Ma precisa che “non stabilisce una politica monetaria”. Creare e distruggere la criptovaluta dipende solo dalla domanda. Cioe’ solo da chi ha deciso di convertire Libra (acquistandola o liquidandola). L’associazione non puo’ quindi intervenire volontariamente – ad esempio – sull’inflazione, ma accetta le eventuali ricadute che le decisioni delle banche centrali possono avere sui beni cui Libra e’ ancorata. L’associazione, pero’, puo’ “occasionalmente modificare la composizione del paniere in risposta a cambiamenti significativi delle condizioni di mercato (ad esempio, per rispondere a una crisi economica in una delle regioni rappresentate). Un tale cambiamento richiederebbe circostanze eccezionali e un voto a maggioranza superiore” rispetto ai soliti due terzi. Visto il suo funzionamento, il progetto non punta a sostituire le valute tradizionali, ma Libra ambisce quantomeno ad affiancare le piu’ importanti. Dollaro in testa. – CALIBRA, LA NUOVA CREATURA DI FACEBOOK: Facebook ha creato due gradi di separazione tra se’ e Libra. Uno e’ l’associazione svizzera. L’altro e’ Calibra. Si tratta di una controllata, creata ad hoc, che si occupera’ dei servizi che fanno capo a Menlo Park e coinvolgono la criptovaluta. Quindi tutto quello che riguarda Libra su Facebook, Whatsapp, Messenger e un futuro portafoglio digitale. Calibra ha il compito di “garantire la separazione tra i dati finanziari” e quelli che gli utenti dei social trasferiscono a Facebook. Dopo il lancio di Libra, il gruppo di Mark Zuckerberg “avra’ gli stessi impegni, privilegi e obblighi finanziari di qualsiasi altro socio fondatore”. Il gruppo ha pero’ sviluppato la tecnologia. Che quindi, con tutta probabilita’, sara’ particolarmente adatta alle app di casa. Il parere di Menlo Park varra’ un voto, ma essere la principale piattaforma di utilizzo avra’ il suo peso.  

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