“Grazie di non aver mai smesso di essere papà”

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E’ molto affollata la camera ardente di Francesco Saverio Borrelli , allestita nell’atrio del Tribunale di Milano, ed è gremita la chiesa di Santa Croce, dove sono tenuti i funerali. In molti sono arrivati per l’ultimo saluto all’ex procuratore di Milano, a capo del pool ‘Mani Pulite’, morto sabato scorso a 89 anni. In prima fila c’è sua moglie Maria Laura, accanto ai figli Andrea e Federica, che poi a margine si è rivolta alla stampa: “Mio marito è sempre stato rigido anche in famiglia, ma dolcissimo allo stesso tempo”. “Ha sempre riavvicinato tutti se c’era qualche screzio – ha continuato, commuovendosi – Mi mancherà moltissimo, a parte che tutta la casa è piena dei suoi libri, dei suoi dischi, del suo pianoforte”.

Le parole di Maria Laura si aggiungono a quelle affezionate della figlia Federica che, dopo il post Facebook di qualche giorno fa, pronuncia un discorso accorato durante la celebrazione. “Sono satura di un dolore che non pensavo potesse essere sopportato – ha esordito – ‘Io sono uomo fortunato’ hai detto mille volte e io sono una figlia fortunata perché ho potuto godere dei tuoi insegnanti e della tua sapienza. Ma proprio questo privilegio ora mi schiaccia, questo bagaglio mi mancherà. Siamo stati figli fino a ora, e ora siamo orfani. Con chi ironizzerò? Con chi parlerò di arte e letteratura? Non ci sarai più tu a infondermi coraggio, ad accarezzarmi la testa, a spronarmi alla resistenza”.

Nel suo discorso Federica ricorda alcuni momenti di vita quotidiana con il padre. “Mi manca da un anno il suono della musica del tuo pianoforte – ha continuato – S ei stato un papà presente, forse da adolescenti ti avremmo voluto un po’ meno presente. Pochi giorni fa mi hai detto ‘i voglio bene’ con l’ultimo, proprio l’ultimo soffio di voce. Negli ultimi giorni eri già lontano, ti ho detto ‘ti voglio bene’ ma con pudore, non volevo salutarti. Grazie di non aver mai smesso di essere papà”. La figli ha poi concluso ringraziando medici e staff dell’hospice Floriani in cui Borrelli è stato ricoverato fino alla morte.

Tante le presenze di rilievo: colleghi, amici e ammiratori della sua etica del lavoro. Antonio Di Pietro ha indossato la toga e, insieme gli ex collega e pm di ‘Mani Pulite’ Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo ha reso omaggio, alternandosi con altri magistrati sempre al fianco della bara.

Uno sguardo commosso anche dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, accorso alla celebrazione. “Borrelli rappresenta un esempio di determinazione nella lotta alla corruzione e di indipendenza e imparzialità della magistratura” ha detto il ministro, prima di lasciare la camera ardente. “E’ un esempio – ha continuato Bonafede – anche per le future generazioni. Il suo contributo alla giustizia è stato fondamentale per questo Paese”. Presente anche l’ex Presidente del Consiglio Mario Monti.

“Ci scrivevamo. Era una nostra piccola abitudine, forse siamo due persone per certi versi un po’ all’antica che rispettano ancora i valori che io riconoscevo in Borrelli, cioè professionalità ma anche equilibrio, stile e cultura. Cose che sembrano un po’ passate e io credo che non lo siano”. Queste le parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala, in ricordo di Francesco Saverio Borrelli a cui lo legava una stima profonda.

Ma sono le presenze togate quelle più numerose, presenti per una parola di affetto o un ricordo ammirato. Tra gli altri il procuratore di Milano Francesco Greco insieme al suo predecessore, Edmondo Bruti Liberati. Poi il presidente dell’Anm, Luca Poniz, e la ex presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro. “Era un grande uomo delle istituzioni – ha detto la Pomodoro – Cosa perde oggi la magistratura? I magistrati presenti oggi in questo palazzo sono tutte persone belle, brave e capaci. Quando viene a mancare un grande uomo viene a mancare un pezzo di umanità: ricostruirlo è responsabilità di tutti, spero che lo sappiano fare”.

Con loro anche Roberto Alfonso, procuratore generale di Milano, che ha ricordato Borrelli con un monito per tutti i colleghi. “Borrelli è stato uno strenuo difensore dell’indipendenza della magistratura – ha detto – e ora, in questo momento di difficoltà per la magistratura, dovrebbe essere scelto a modello di tutti i magistrati italiani, per capire come si deve essere magistrati dal punto di vista dello studio, dell’impegno, del sacrificio e soprattutto dell’indipendenza”

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