Il Lussemburgo norma nuova legge per legalizzare la produzione e il consumo di cannabis

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In Lussemburgo è in via di approvazione la disposizione di legge che autorizzerà la legalizzazione della produzione e del consumo libero al pubblico della cannabis indiana. Sarà il primo Stato dell’Unione europea a prevedere tale nuova legge

 

Written by:  Monica Montanaro

Il Lussemburgo si appresta a rappresentare il primo Paese europeo a prevedere una disposizione di legge che autorizzerà la legalizzazione della produzione e del consumo di cannabis, nella doppia finalità: sia per uso terapeutico che per uso ricreativo (in Olanda la marijuana è tollerata ma non liberalizzata). Il ministro della Salute, Etienne Schneider, si è espresso in merito alla nuova normazione, ribadendo che la “politica antidroga che abbiamo avuto negli ultimi 50 anni non abbia funzionato”, pertanto, egli ha auspicato “un atteggiamento più aperto nei confronti della droga”.

Il governo dovrebbe presentare nei prossimi giorni il provvedimento che chiede l’approvazione di tale nuova legge, anche se il contenuto dello stesso è ancora ignoto. In linea generale questi i punti principali del decreto: i lussemburghesi maggiorenni potranno acquistare legalmente la sostanza stupefacente per uso ricreativo già tra un paio di anni. Lo Stato controllerà dall’alto il sistema generale di produzione e di distribuzione attraverso un’agenzia appositamente adibita a gestire la regolazione  della cannabis a livello globale. Mentre i minori di età compresa tra 12 e 17 anni non subiranno alcuna sanzione né pena carceraria, poiché se trovati in possesso dalle forze dell’ordine di un quantitativo non superiore ai cinque grammi, non trasgrediranno nessuna legge perché non sussisterà più il reato affine. Il progetto di legge dovrebbe essere presentato entro la fine dell’anno, e soltanto allora verranno esplicitati con più esattezza i vari passaggi atti a stabilire quali tipologie di cannabis potranno essere commercializzate, nonché il grado di tassazione apponibile. Il ministro Schneider ha, altresì, dichiarato che la legislazione prevederà quasi certamente il divieto d’acquisto per le persone non residenti in Lussemburgo, una soluzione idonea a scongiurare l’instaurarsi del cosiddetto ‘turismo della droga’. Un’altra disposizione immanente al decreto regolerà anche la coltivazione delle marijuana all’interno delle abitazioni, e si presuppone che sarà anch’essa proibita.

L’intento del ministro Schneider è quello di prefigurare l’iniziativa politica di carattere liberale del Lussemburgo come un modello virtuoso, emulabile anche dagli altri Stati dell’Unione Europea, per spronarli ad intraprendere il medesimo progetto legislativo di liberalizzazione. Tale decreto di liberalizzazione è scaturito da un accordo di coalizione sul piano governativo pattuito tra liberali, socialdemocratici e verdi, il cui contenuto precipuo contempla la legalizzazione della cannabis indiana in un arco temporale massimo di cinque anni. Se l’iter procedurale del provvedimento di  legge andrà a buon esito, con l’approvazione dello stesso, il Lussemburgo costituirebbe una delle Nazioni al mondo a normare legalmente tale settore  spinoso, insieme agli undici Paesi degli Stati Uniti, al Canada e all’Uruguay. Tutti questi Stati trasgrediscono ufficialmente una convenzione sancita dalle Nazioni Unite che disciplina il campo delle sostanze di tipo narcotico, inclusa la stessa cannabis, vincolando al contempo tutti i membri firmatari ad attenersi a tale disposizione inviolabile: “E’ prevista esclusivamente a scopi medici e scientifici la produzione, la fabbricazione, l’esportazione, la distribuzione delle importazioni, il commercio, impiego e possesso di droghe”.

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