Ex candidata M5S: “Rousseau? Io avevo vinto ma Grillo ribaltò voto”

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di Antonio Atte

Gli iscritti 5 Stelle nel 2017 l’avevano incoronata con un voto sul Blog come candidata sindaco di Genova. Poi però un post di Beppe Grillo dal titolo “Fidatevi di me” sconfessò il responso della base, annullando quella votazione tra lo sbigottimento generale. Marika Cassimatis, insegnante ligure, alla vigilia della consultazione online di Rousseau sull’accordo di governo tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico, ne è certa: “Alla fine – commenta con l’Adnkronos – decideranno comunque Grillo e Luigi Di Maio, è tutto in mano a loro”.

“Nel mio caso la votazione fu regolare, poi però Grillo intervenne per invalidarla. C’è stata anche una causa. Per quanto riguarda Rousseau, il Garante della privacy ha avanzato dubbi sulla trasparenza delle votazioni”, dice ancora Cassimatis. Dubbi che però l’Associazione Rousseau guidata da Davide Casaleggio ha provato a fugare ieri con un lungo post, precisando che “l’area voto utilizzata negli ultimi 5 mesi e che verrà utilizzata per il voto sul progetto di governo non è stata oggetto di contestazioni da parte del Garante”.

Secondo l’ex candidata genovese sconfessata da Grillo, “quello su Rousseau è un referendum a uso interno, non credo proprio che il Presidente Mattarella prenderà in considerazione l’idea di far passare un incarico di governo per la piattaforma online, sarebbe una violazione dei principi costituzionali”. E poi c’è il nodo statuto. Come osserva Cassimatis, “l’articolo 4 del nuovo statuto M5S dice che se il garante o il capo politico non gradiscono l’esito della votazione possono farla ripetere”.

In tal caso, si legge nello statuto, la votazione “si intenderà confermata solo qualora abbia partecipato almeno la maggioranza assoluta degli iscritti ammessi al voto”. “Ma il numero esatto degli iscritti non si conosce”, obietta Cassimatis, che aggiunge: “Con l’avvocato Lorenzo Borrè abbiamo intentato una serie di ricorsi, anche per capire quanti siano effettivamente gli iscritti. I 5 Stelle hanno il desideri di consultare la base ma è solo per dare un contentino a chi crede che questo Movimento si avvalga di una democrazia diretta che nei fatti non c’è”.

“Purtroppo – chiosa l’ex esponente del M5S – è tutto molto in mano al capo politico. Non so quale valore possa avere la consultazione, perché alla fine decide Di Maio per statuto. Non ce lo inventiamo perché siamo complottisti o perché abbiamo il dente avvelenato. Il nuovo statuto blinda Di Maio e questo è innegabile”.

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