Tunisia al voto

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L’unica democrazia nata sulla scia della Primavera araba chiama alle urne al voto circa sette milioni di cittadini. Oggi infatti si svolge il primo turno delle elezioni per la carica di presidente. Questo appuntamento si preannuncia cruciale per la Tunisia a causa della crisi economica che ha ancora gli strascichi e che deve fare i conti con l’importante problema della disoccupazione (al 15,5%). Sarà inoltre anche importante nell’ottica internazionale a causa dei molteplici sostegni finanziari esteri.

Dopo la fine del regime di Zine El-Abidine Ben Ali nel 2011, era stato eletto nel 2014 Beji Caid Essebsi, morto lo scorso luglio all’età di 92 anni, con le prime elezioni a suffragio diretto universale dopo la Rivoluzione dei Gelsomini. Il prossimo ottobre invece si terranno le votazioni per l’Assemblea nazionale che potranno rafforzare alcune forze politiche e dunque bilanciare il potere del presidente.

I candidati in corsa sono 24, tra i quali due donne. Tra i principali concorrenti ci sono Nabil Karoui, leader del partito ‘Al cuore della Tunisia’ e patron di Nessma Tv, attualmente in carcere per corruzione e riciclaggio di denaro; Abir Moussi del Free Destourian Party;  Kais Saied, giurista indipendente; Youssef Chahed, premier usciente; Abdelfattah Mourou, numero due del partito islamico Ennhadha.

Verrà eletto il candidato che avrà più del 50% delle preferenze, altrimenti bisognerà aspettare il 13 ottobre per il secondo turno tra i due classificati che avranno avuto i migliori risultati. L’attuale tempistica delle elezioni presidenziali e legislative è un evento originale dato dalla morte di Essebsi: normalmente il voto parlamentare è previsto per ottobre mentre il presidente viene eletto a novembre; tuttavia la costituzione tunisina prevede che il nuovo capo di stato debba essere nominato entro 90 giorni dalla morte dell’ultimo. È proprio questo evento ad aver rimescolato il calendario elettorale.

Il nuovo presidente dovrà infatti affrontare l’aumento dei prezzi di prima necessità, la crisi ma anche le disuguaglianze. Non manca il problema della sicurezza a causa dei recenti attacchi terroristici e della complicata vicinanza con l’Isis.

Di Sara Carullo

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