La strategia di Salvini per prendersi Roma

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Il leader leghista userà la tecnica della ‘goccia cinese’ contro Raggi e Zingaretti, con blitz settimanali per denunciare il degrado della Capitale

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Raggi e Salvini

Blitz a cadenza settimanale, come una ‘goccia cinese’ sull’amministrazione di Virginia Raggi. È il piano di Matteo Salvini che lancia, con un anticipo di un anno e mezzo, il tentativo di ‘presa’ della Lega su Roma.

Nell’ambito del più ampio progetto di rilancio del partito a partire dal rapporto con i territori, il capo di via Bellerio si sofferma sui problemi della capitale, amministrata da quello che da settimane chiama il “duo sciagura Raggi-Zingaretti”, non risparmiando fendenti al segretario del Pd e governatore del Lazio.

 

Ieri è stato il turno del sopralluogo allo stadio Flaminio a testimoniare il degrado e lo stato di abbandono della struttura sportiva. Salvini è poi tornato anche sul ‘dramma’ che affligge la capitale, ovvero la gestione dei rifiuti. “Che fa il sindaco Raggi mentre a Roma si consuma l’ennesima truffa sui rifiuti ai danni di imprese e cittadini?”, chiede. “Le uniche risposte che ha dato all’Ama sono sulle poltrone: un balletto di nomine tra cambi di amministratori unici e componenti del Cda. Vergogna. Sabato 19 ottobre in piazza San Giovanni parte la raccolta firme per le dimissioni del sindaco. Raggi chiedi scusa ai romani e vai a casa”.

 

Un ritorno alle origini

Nei giorni scorsi, l’ex ministro dell’Interno è salito in Campidoglio per un sit in di protesta. Mentre il 3 ottobre, si è recato per un sopralluogo nella ‘Terra dei fuochi romana’ a Fonte Laurentina. Tra una tappa e l’altra in Umbria – dove conta di vincere le Regionali il 27 ottobre – il segretario leghista farà un altro blitz romano la prossima settimana. Tutti appuntamenti che nascono da segnalazioni di consiglieri di municipio e da privati cittadini e che producono sopralluoghi improvvisati, nel puro stile ‘salviniano’ che, da giovane consigliere comunale a Milano, così guadagnò visibilità e si costruì una carriera politica in Lombardia, visitando gli alloggi popolari dell’Aler o gli edifici occupati nelle periferie.

 

Una sorta di ‘ritorno alle origini’ ed esportazione del vecchio modello di politica di ascolto ‘tra la gente’ che gli ha dato tanta notorietà negli anni milanesi. Esportazione non solo a Roma, ma in tutta Italia. Perché Salvini non solo punta alla conquista di Roma, ma – qui la distanza temporale è più ravvicinata – conta di vincere in Umbria e vuole giocarsela il 26 gennaio alle regionali in Emilia-Romagna.

 

A Roma, l’appuntamento clou sarà comunque il 19 ottobre, quando i leghisti vogliono ‘invadere’ piazza San Giovanni. Otto i treni speciali già prenotati e circa 400 i pullman da tutta Italia per la manifestazione ‘Orgoglio italiano’ contro il governo Conte II. 

 

Parallelamente a quello sui territori, la Lega lavora su un altro binario: quello delle riforme. Oggi, nel primo pomeriggio, Salvini sarà’ in Cassazione per presentare due proposte di legge di iniziativa popolare. Una propone di riformare la Costituzione per introdurre l’elezione diretta del capo dello Stato (che poco prima, alle 11, presenterà anche Fratelli d’Italia); l’altra sarà una proposta di legge elettorale in senso maggioritario (coerente con il quesito di referendum abrogativo della parte proporzionale del Rosatellum bis, già presentato dopo l’approvazione di otto Consiglio regionale). 

 

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