Quanto vale l’effetto Greta?

Il peso dell’ecologia in europa ed in Italia.

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Qualche giorno fa, prima dell’assegnazione del Nobel per la Pace, assegnato poi venerdì al premier etiope Abiy Ahmed, artefice di uno storico accordo di pace con l’Eritrea, in molti pronosticavano Greta Thunberg vincitrice del premio.

 

Al di là della scelta, di sicuro ugualmente apprezzabile e condivisibile, l’attenzione mediatica creatasi sulla giovane attivista svedese racconta diverse novità portate dalla ragazza.

Dobbiamo, certamente, rivolgerle tutti un grazie di cuore per aver riportato al centro della discussione, scolastica, politica, quotidiana, quello che probabilmente sarà il tema più rilevante dei prossimi anni: il cambiamento, o l’emergenza – se preferite – climatici. Il sincero entusiasmo della ragazza ha coinvolto e continua a farlo, le migliaia di suoi coetanei che, in Italia e nel mondo, manifestano in piazza chiedendo alla politica delle risposte concrete e urgenti: sono i ragazzi del “Fridays for future”.

 

Venendo all’Italia, va notata una situazione fino a pochi mesi fa difficilmente pvedibile. Un sondaggio condotto da PolicApp di SWG, su un campione rappresentativo nazionale di 800 cittadini, di età minima di 18 anni, ha rilevato come la questione dei cambiamenti climatici sia balzata in testa alle preoccupazioni della maggior parte degli italiani. I dati percentuali crescono fino al 64% quando gli intervistati appartengono solo alla “generazione Z”. Per “generazione Z” o “Centennials” (conosciuta anche come iGen, Post-Millennials o Plurals), si identificano le persone nate dopo i Millennials, ossia i nati tra il 1995 e il 2010. Quando è stato chiesto agli intervistati cosa pensassero di Greta, gli stessi ragazzi l’hanno ritenuta “molto” o “abbastanza” simpatica per il 64% del campione, a fronte del 49% della totalità degli intervistati; esiste, infine, un 40% che non la ritiene affatto simpatica.

I risultati sono stati pubblicati nello speciale “Lotta contro i cambiamenti climatici”.

 

La notizia assume rilevanza soprattutto rispetto alla mutata situazione politica in Italia. Durante i mesi del governo c.d. “gialloverde”, la preoccupazione in testa agli italiani era la gestione dei flussi migratori. Il combinato disposto dell’avvento di un governo più attento, almeno nei proclami iniziali, all’economia verde e della crescente attenzione mediatica sul clima, favorita soprattutto dal protagonismo della giovane Greta Thunberg, ha, invece, prodotto questa nuova situazione.

 

Nel momento storico che vede l’affermazione dei “Verdi” in Europa, basti vedere i recenti casi di Austria e Germania, oltre al loro consolidamento nei paesi del blocco scandinavo, l’Italia è triste fanalino di coda di questa classifica. I partiti che nascono con una forte impronta ambientalista ed ecologista difficilmente sfondano le soglie di sbarramento, restando fuori dalle rappresentanze parlamentari e non potendo, quindi, incidere nelle scelte. La chiave giusta sembrava averla trovata il Movimento 5 Stelle facendosi portatore di tante istanze ambientaliste, salvo, poi, alla prova del governo, tradire le aspettative di molti che confidavano in loro: basti pensare ai No Tav, no Tap, no Ilva, e via discorrendo. Anche il PD di Zingaretti sembra aver recepito, sin da subito, alcune istanze ambientaliste, abbandonando un po’ l’industrialismo spinto, almeno come percezione, del PD a trazione renziana.

 

Questo recupero di una sensibilità climatica è sicuramente un buon segnale. Se a questo si aggiunge anche che i protagonisti di questo cambio di rotta sono i più giovani, i motivi per esultare ed essere felici aumentano. D’altronde è fondamentale, soprattutto per noi italiani, sviluppare una maggiore attenzione a questi temi, anche per poter centrare gli obiettivi fissati dall’ASVIS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo SostenibileSu internet è facilmente consultabile il sito dove vengono riassunti gli obiettivi dell’Agenda 2030. In tutto i “goals” sono 17 e sono su scala mondiale. Sono declinabili dai singoli paesi, ma, soprattutto, costituiscono stimolo anche alle istituzioni politiche ad ogni livello.  Analizzandoli da vicino molti di questi si riferiscono proprio al recupero di politiche di attenzione all’ambiente e al creato: il goal 7 chiede di arrivare ad avere energia pulita e accessibile per tutti; il goal 11 chiede città e comunità sostenibili, investendo sull’innovazione per ridurre l’impatto sull’ambiente; i goal 12 e 13 sono gli obiettivi che, più nello specifico, riflettono il discorso che si è sviluppato in questo articolo: sono, rispettivamente, consumo e produzione responsabili e lotta contro il cambiamento climatico.

 

Papa Francesco fu il primo, e forse più importante testimone della necessità di salvaguardare l’ambiente, con la sua terza enciclica, datata Maggio 2015, “Laudato sii”, e, ancor prima, con la scelta per il suo pontificato del nome del santo di Assisi, che spese la sua vita nella salvaguardia del creato.

Adesso, la voce e l’impegno di Greta, si aggiungono a quelli del pontefice e, anche senza la prestigiosa statuetta, entrambi sono testimoni di pace con la loro missione di prendersi maggiormente cura della emergenza climatica.

 

Vito Longo

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